Procura di Trani indaga su 5 componenti ex management di Deutsche Bank: avrebbero alterato i mercati a danno dell'Italia
Manipolazione di mercato è l'ipotesi di reato su cui sta indagando la Procura di Trani e che fa tremare la Deutsche Bank. La Guardia di Finanza di Bari, assieme al pm Michele Ruggiero, ha sequestrato atti e mail nella sede di Deutsche Bank a Milano. Sono stati anche ascoltati alcuni testimoni.
Il reato ipotizzato dall'inchiesta giudiziaria avviata in Puglia troverebbe fondamento nella vendita, entro giugno 2001, di oltre 7 miliardi di titoli di debito italiano posseduti dalla banca tedesca. A fine 2010 quella banca in portafoglio di quei titoli ne aveva per circa 8 miliardi di euro. In sostanza in sei mesi se ne era disfatta quasi totalmente. Quelle vendite massicce – a parere del pm di Trani Michele Ruggiero - avrebbero alterato il valore di mercato dei titoli stessi. E tutto ciò – secondo l'ipotesi accusatoria – sarebbe stata fatta violando la normativa in vigore: mentre ai mercati la Deutsche Bank comunicava per ben tre volte, nel periodo febbraio-marzo 2011, la sostenibilità del debito sovrano dell'Italia quella banca nascondeva agli stessi mercati e al Ministero dell’Economia italiano (Mef) la reale intenzione di disfarsi dei titoli italiani incidendo così ad alterarne il valore. Quelle manovre – secondo l'accusa- sono ritenute idonee ad alterare la regolare formazione del prezzo di mercato dei titoli di Stato italiani. Le vendite da parte della banca tedesca diede un “chiaro segnale di sfiducia del gruppo nei confronti della tenuta del debito sovrano italiano” svelando quanto fossero ingannevoli i giudizi espressi poco prima.
Gli indagati sono cinque: l’ex presidente di Db, Josef Ackermann, l’ex co-ad Anshuman Jain ed il co-ad (fino al prossimo 19 maggio) Jurgen Fitschen, l'ex capo dell'ufficio rischi Hugo Banziger e Stefan Krause, ex direttore finanziario ed ex membro del board.
Occorre evidenziare che le indagini riguardano esclusivamente le attività della sede tedesca della banca anche se i sequestri di documenti sono stati fatti nella sede milanese e sarebbe stato ascoltato come testimone il responsabile di Db Italia, Flavio Valeri, presidente e consigliere delegato del Consiglio di gestione di Deutsche Bank Italia, comunque al momento estraneo alle indagini in corso.
C'è da registrare un commento ufficiale della banca tedesca ai sequestri effettuati dalla procura di Trani: “Riteniamo l'indagine priva di fondamento e siamo fiduciosi di avere agito correttamente. L'Italia è un'economia di primo piano in Europa e un mercato molto importante per noi. Continueremo certamente a collaborare con le autorità in ogni fase di questa vicenda”. Saranno sufficienti queste poche parole per non compromettere il livello di fiducia degli italiani nei loro confronti? (Carmelo Molfetta)
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