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Ultimo aggiornamentoSab, 03 Ago 2024 2pm

Nel Cara di Bari Palese ci sarebbe una struttura terroristica. E' scritto nel provvedimento del Tribunale del Riesame che accoglie il ricorso del pm Rossi contro la scarcerazione dell'afghano Nasiri

Hakim Nasiri, 23enne afgano, deve tornare in carcere perché accusato di essere un potenziale terrorista. L'ordine è stato deciso dal Tribunale del Riesame di Bari che ha accolto l’appello del pm Antimafia Roberto Rossi contro la scarcerazione avvenuta il 13 maggio.

Nasiri (in foto con un'arma giocattolo) fu rimesso in libertà dopo tre giorni trascorsi nel carcere di Bari. Fu arrestato dai carabinieri perché con altri due connazionali (Surgul Ahmadzai e Qari Khesta Mir Akhmazai, all’epoca sfuggiti alla cattura dopo essersi spostati a Milano), secondo le accuse, si sarebbe associato “per compiere atti di violenza con finalità di terrorismo internazionale".

Nel telefonino di Nasiri gli inquirenti trovarono immagini del porto e dell'aeroporto di Bari, di un centro commerciale del capoluogo pugliese e altri posti di Roma e Londra oltre a foto che lo ritraevano armato. Armi che – come riuscì a spiegare il suo avvocato, Adriano Pallesca – erano in realtà imitazioni di quelle vere, cioè semplici giocattoli.

La scarcerazione avvenne perché il gip Francesco Agnino escluse “in maniera decisa la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza per il reato di associazione finalizzata al terrorismo internazionale”. L'avvocato Pallesca disse che l'arresto fu uno sbaglio: “un abbaglio preso per la semplice foto di una persona con un mitra giocattolo in mano. Fortunatamente il gip ha valutato invece correttamente la questione ritenendo che non sussistano i presupposti per contestare un reato così grave e tenere in carcere una persona. Tra gli elementi raccolti contro Nasiri non c'era nulla di concreto che lo riconducesse al terrorismo internazionale, solo video e foto che riproducono momenti di svago”.

Ora però cambia tutto. Il Tribunale del riesame (presidente Marco Guida), infatti, non la pensa così ed ha accolto l'appello della Procura disponendo il carcere - non esecutivo fino all'eventuale ricorso in Cassazione - dei tre afghani Hakim Nasiri, Surgul Ahmadzai e Qari Khesta Mir Akhmazai.

Nelle motivazioni il Riesame sostiene che a Bari il gruppo di tre cittadini afghani si sarebbe "coordinato, sotto l'egida di una comune ideologia estremista, soprattutto per studiare ed individuare possibili obiettivi, mantenendo, nel frattempo, anche grazie a disponibilità di denaro di fonte ignota, contatti interni ed internazionali tutti da definire ma certamente gravemente indiziari e ponendo, dunque, in essere concretamente azioni volte a rafforzare l'ampia struttura organizzata - di natura transnazionale e pronta a colpire il mondo occidentale - che inonda il web di richiami alla guerra santa, di minacce di attentati e di esaltazione di azioni di martirio". A supporto della decisione, i giudici elencano le foto di armi, le immagini e i video - ritenuti sopralluoghi - trovati nei telefoni degli indagati.

Va chiarito che Nasiri, nel frattempo, è rimasto al Cara (Centro di accoglienza per richiedenti asilo) di Bari: non si è allontanato dalla Puglia, non è fuggito. Questo forse a voler dimostrare che non è un elemento pericoloso. Ma proprio sul Cara di Bari Palese il Tribunale del Riesame si sofferma nelle motivazioni del provvedimento per affermare che lì c'è ed è operativa una struttura di matrice terroristica: "la combinazione della miriade di dati induce a ritenere esistente ed operativa la struttura di matrice terroristica ben mimetizzata in una struttura di accoglienza ove gli indagati hanno trovato rifugio nonostante la falsità delle affermazioni fatte in ordine allo status di perseguitati per ragioni politiche e di credo".

E poi c'è il timore che da un momento all'altro i presunti terroristi passino alla fase operativa. "Come l'esperienza sta tristemente insegnando - si legge infatti nel provvedimento del Riesame- il salto di qualità del terrorismo su scala mondiale fa ritenere che il passaggio dalla fase preparatoria a quella più squisitamente operativa sia repentino, imprevedibile nei tempi, condotto anche da singoli individui senza un supporto sul campo di complici, sicché, collocandosi le condotte riconducibili agli indagati in una concreta ed effettiva fase preparatoria, le stesse hanno tutti gli indici dalla pericolosità qualificata idonea ad integrare la grave piattaforma indiziaria del reato associativo contestato".

Nasiri, insomma, è da riportare di nuovo in carcere, ma non subito. Si dovrà attendere prima l'esito dell'eventuale ricorso in Cassazione. E nel frattempo Nasiri e i suoi due connazionali cosa faranno? Continueranno la vita di sempre o impauriti dall'incertezza del futuro cercheranno di fuggire? (Carmelo Molfetta)