L'organizzazione delle estorsioni al concerto di Vasco Rossi confermata anche da un collaboratore di giustizia di Bari
Al concerto di Vasco Rossi a Bari, il 7 e 8 giugno dello scorso anno, c'era un mare di gente. Fans in delirio nello stadio ma fuori i commercianti ambulanti erano ammutoliti dalla criminalità che imponeva il pagamento del pizzo. Per i due giorni del tour ciascuno doveva pagare importi variabili dalle 800 alle mille euro. Ora per quei fatti a pagare il conto con la giustizia sono i ricattatori. Sono in cinque ad essere stati condannati dalla sentenza del gup del Tribunale di Bari Antonio Diella. I pregiudicati Nicola Schingaro, Antonio Lavacca, Marco Latrofa e Beniamino Loglisci sono stati condannati a 7 anni di reclusione in quanto il gup ha considerato anche l'aggravante del metodo mafioso. Condanna a 3 anni e 6 mesi, invece, per Domenico Citarelli. Costoro sono presunti affiliati al clan mafioso Telegrafo-Strisciuglio e la Procura aveva chiesto per ciascuno una condanna a 12 anni di reclusione. Ma non basterà il carcere per espiare la pena. La sentenza, infatti, ordina loro di risarcire il Comune di Bari che nel processo, svolto con il rito abbreviato, si era costituito parte civile. Gli imputati furono identificati e arrestati dalla polizia che seppe organizzare bene attività di controllo nelle zone del concerto utilizzando anche le telecamere dell'impianto di videosorveglianza e quelle mimetizzate.
Facendo vedere quelle immagini alle vittime delle estorsioni è stato più facile convincerle a denunciare il ricatto.
Dalle indagini, coordinate dai pm Roberto Rossi e Patrizia Rautiis, è risultato che gli imputati agirono nei confronti di almeno una quarantina di commercianti ambulanti, alcuni furono intimoriti anche da qualche schiaffo.
Nel processo sono state utilizzate anche le dichiarazioni del pentito Michele Miccoli rilasciate agli inquirenti della Dda di Bari e depositate dai pm Roberto Rossi e Patrizia Rautiis. Miccoli spiega come il clan Strisciuglio ha gestito le estorsioni ai venditori ambulanti e ai parcheggiatori abusivi: tutti «dovevano dare i soldi o dovevano chiudere e se ne dovevano andare» e per convincerli «la schiaffeggiata capitava».
Ed ecco come Miccoli spiega come venivano gestite le aree parcheggio vicino allo stadio :«si mettono le persone che non c'entrano niente con la malavita per fare il parcheggio, imporre 5 euro a macchina e prenderci il ricavato. Poi dando la giornata al parcheggiatore quanto prendeva il parcheggiatore? mille euro, 100-150 la giornata a lui e 850 euro a noi».
La sentenza è stata commentata dal sindaco di Bari, Antonio Decaro: «La notizia di oggi conferma quello che cerco di insegnare alle mie figlie da padre e di spiegare a tutti i cittadini che incontro per strada nella mia veste di sindaco. Denunciare – ha detto il sindaco - è sempre la strada giusta, l’unico strumento che i cittadini hanno per amare la nostra città, per tutelare il lavoro onesto e per garantire il rispetto delle regole per tutti. Queste condanne – ha affermato il primo cittadino - rappresentano una piccola vittoria per tutta la città e un grande incoraggiamento per chi deciderà, d’ora in poi, di stare dalla parte della legge, dalla parte di chi non si vuole arrendere e vuole lottare per continuare a fare di Bari una città sana e bella. Quando, un anno fa, sono venuto a conoscenza di quello che accadeva durante il concerto di Vasco Rossi, non ho avuto la minima esitazione a denunciarlo pubblicamente, perché il sindaco deve dare il buon esempio e deve avere coraggio anche per quei concittadini che in quel momento non ce l'hanno». (Giancarlo Vincitorio)
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