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Ultimo aggiornamentoSab, 03 Ago 2024 2pm

Solidarietà a Bruno Vespa per il provocatorio taglio di decine di ceppi della sua vigna del Tarantino

“Sono piccoli mafiosi locali”. Li ha definiti così Bruno Vespa, il popolare giornalista, coloro che gli hanno tagliato 70 ceppi di vigna a Lizzano, in provincia di Taranto. Un atto intimidatorio che purtroppo lascia pochi equivoci e tanto sconcerto nella Puglia onesta e laboriosa che ha fatto proprio del buon vino uno dei più riusciti esempi nel mondo di marketing territoriale.

Lizzano fa parte dell'associazione nazionale delle “Città del vino”. In questo paesino di circa diecimila abitanti e 42 chilometri di superficie Bruno Vespa ha comprato in contrada Porvica e portato quest'anno alla sua prima vendemmia un vigneto di “Primitivo”. «La Puglia – ha dichiarato Vespa - ha dato il benvenuto alla mia prima vendemmia nella vigna di Lizzano, acquistata lo scorso anno». Vespa è anche un appassionato e intenditore di vini e recensisce il vino altrui in un'apposita rubrica del settimanale “Panorama”.

«Ieri – ha spiegato Vespa - abbiamo tranquillamente vendemmiato il Fiano, stanotte sono stati tagliati 70 ceppi delle vigne di Primitivo. Si tratta evidentemente di opera di piccoli mafiosi locali. Ma stiano pur sicuri che non mi lascio intimidire».

L'episodio è stato denunciato dal conduttore televisivo ai carabinieri del comune tarantino.

E' da alcuni anni che Vespa produce vini in Puglia. Quelli di Lizzano non sono gli unici vigneti del conduttore del talk show “Porta a porta”. A Manduria. Ad esempio, Vespa ha comprato, insieme alla moglie, l’ex giudice Augusta Iannini, ed altri soci, 20 ettari di vigneto e altri di terreno della masseria Cutùri. Vespa e consorte avrebbero il controllo del 31% della società che ha acquisito la struttura, insieme a “Meridiana Agri” di Vincenzo Lanzone e Maria Chierico (7%), e la “Pavi di Lorenza Craccco e Maria Rita Savastano (62%).

A sollevare la prima voce di protesta contro l'accaduto e la piena solidarietà a Vespa è stato il sindaco di Lizzano, Dario Macripò. che vuole tranquillizzare tutti perché, evidentemente, è preoccupato per il grave danno di immagine che il paese sta subendo in queste ore: «Mi dispiace per quanto successo al giornalista e posso comprenderne l'iniziale preoccupazione, ma voglio immediatamente essere chiaro. Vespa, così come tutti gli altri produttori, non devono temere nulla. Questo è un territorio tranquillo, dove si può investire senza alcun problema».  

Sono intervenuti anche i sindacati di categoria. Luca Lazzàro, presidente Confagricoltura Taranto: «Colpire Vespa significa voler mandare un sinistro messaggio al settore vitivinicolo, vera punta di diamante dell’economia agricola tarantina». Il vile gesto compiuto «desta rammarico e preoccupazione».

“Siamo al fianco di Vespa, al quale – dice il responsabile di Confagricoltura - chiediamo di non mollare e di continuare a restare attaccato alle sue terre a produrre vino, come uno di noi. E chiediamo, a maggior ragione, che le forze dell’ordine e la magistratura accendano una luce su quel territorio e sui produttori che in questi giorni hanno appena cominciato una vendemmia che si preannuncia di grande qualità. Se si sia trattato di un avvertimento o di chissà cosa sta agli inquirenti accertarlo. So per certo, però, che a chi vuol sconvolgere il settore del vino, fatto di protagonisti visibili e meno visibili, noi opporremo la fermezza e la determinazione che abbiamo già dimostrato nei mesi scorsi a Grottaglie, quando una simile modalità criminale ha colpito diversi tendoni di uva da tavola. Abbiamo detto no allora - conclude Lazzaro - e con voce ancora più alta, senza farci intimorire, lo ripetiamo adesso che qualcuno vuol mettere le sue sporche mani sui vigneti di Bruno Vespa».

Sullo stesso argomento si registra anche un intervento di Coldiretti: «Esprimiamo viva condanna per il vile atto ai danni del giornalista Vespa che stiamo seguendo nella sua attività di vitivinicoltore e promotore del territorio pugliese». E’ invece il commento del presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele.

«I motivi di questo vile gesto - dice Cantele - dovranno essere accertate dagli inquirenti. Resta il fatto che si tratta di un gesto che ha arrecato un danno a Vespa, ma anche all’immagine complessiva di una regione accogliente, produttiva, laboriosa che non accetta in alcun modo episodi lesivi di un settore che è asset strategico per lo sviluppo di tutta l’economia pugliese».  (Giancarlo Vincitorio)