Otto uomini dell'Ilva e quattro della “Steel service” sono indagati per la morte sul lavoro di Giacomo Campo. I nomi degli indagati. Perché il magistrato ha deciso di non fare effettuare l'autopsia.
Sono 12 le persone indagate per la morte dell'operaio Giacomo Campo nello stabilimento Ilva di Taranto. La vittima 25enne stava facendo, per conto della ditta appaltatrice “Steel service” dei lavori di manutenzione all'interno del siderurgico e più precisamente su un nastro trasportatore che doveva rimanere fermo ma si è improvvisamente rimesso in moto, trascinando l'operaio sotto un pesante rullo di circa due metri che lo ha schiacciato. Il sostituto procuratore della Repubblica Giovanna Cannarile, titolare dell’inchiesta su questo ennesimo incidente mortale nell'Ilva di Taranto, ha provveduto a fare iscrivere nel registro degli indagati quattro persone che fanno parte della ditta “Steel service” per la quale lavorava la vittima oltre a altre otto dell'Ilva.
Questi i nomi degli indagati: Ruggiero Cola, direttore dello stabilimento Ilva di Taranto, di Napoli; Stefano Bagordo di Montemesola; Francesco De Gregorio di Manduria; Rocco Ottelli, di Brescia; Andrea Coluccia di Diso in provincia di Lecce; Cosimo Frascella di Grottaglie; Antonio Bianco, di Taranto; Walter Romagnoli di Mottola; Antonio Neglia, di Martina Franca; Andrea Santoro, di Cariati in provincia di Cosenza; Giuseppe Chimienti di Manduria.
Omicidio colposo e altri reati in materia di infortunistica. Sono queste le accuse su cui sta lavorando la Procura di Taranto.
Antonio Talò, segretario della Uil di Taranto, dichiara “che non è più sostenibile l'attesa per mettere in campo gli interventi previsti dall'autorizzazione integrata ambientale dello stabilimento. Le nostre richieste, fino ad oggi, sono state inascoltate. Anche l'ultima relazione dell'Ispra evidenzia, su vari fronti, i ritardi nell'attuazione dell'Autorizzazione integrata ambientale.”
Il governatore della Puglia, Michele Emiliano, va diritto al nocciolo della questione affermando che è necessario il sequestro dello stabilimento e che la Regione chiederà proprio questo in Corte d'Assise: “chiederemo la revoca della facoltà assegnata ai commissari di far funzionare la fabbrica a meno che il processo di ambientalizzazione sia portato a termine e la messa in sicurezza della fabbrica sia assicurata. La pazienza della Regione Puglia, che pure avevamo assicurato in questi mesi, è finita. Da questo momento – ha detto Emiliano - l’atteggiamento dell’Amministrazione regionale nei confronti della situazione Ilva cambia completamente. Eserciteremo tutte le nostre prerogative al fine di tutelare i cittadini della regione Puglia”.
Il sequestro, secondo Emiliano, non fermerà la produzione: “Esistono delle norme che nonostante il sequestro consentono alla fabbrica di funzionare. Per questo attueremo una serie di iniziative, a partire dalla redazione di una richiesta, attraverso i nostri avvocati in sede di Corte di Assise di Taranto nella prossima udienza, una richiesta di sequestro dello stabilimento chiedendo che la Corte rivaluti la questione di costituzionalità dei decreti che impediscono la vigenza dei sequestri sullo stabilimento. ”.
Ma c'è di più. Emiliano dichiara che la Regione sosterrà “i ricorsi già presentati dai cittadini tarantini tesi a conseguire un risarcimento nei confronti dello Stato che, con i suoi decreti, fa permanere le condizioni di criticità e di pericolosità e anche noi valuteremo l’ipotesi di ricorrere presso l’Alta Corte di Giustizia”.
“Ho trasmesso al Presidente del Consiglio il rapporto della Regione Puglia sui dati epidemiologici accertati – ha concluso il Presidente - trasmetteremo lo stesso rapporto anche alla Procura della Repubblica di Taranto e alla Corte di Assise e lo presenteremo pubblicamente il 3 di ottobre con eventuali ulteriori integrazioni da parte dell’amministrazione. La cadenza delle trasmissioni di questo rapporto dipende dalle singole competenze e dalla gerarchia dei singoli soggetti competenti. Il rapporto verrà integrato anche dai dati degli anni successivi che sono in via di redazione”.
Intanto l'Ilva, in una nota, fa sapere che i commissari straordinari, Piero Gnudi, Enrico Laghi e Corrado Carrubba, hanno convocato le sigle sindacali nazionali e regionali per un tavolo di confronto che si terrà a Roma dopodomani, alle ore 18. Obiettivo dell’incontro è quello di proseguire la discussione sulla gestione ordinaria e straordinaria dello stabilimento, dagli interventi di manutenzione ai temi relativi alla sicurezza, anche alla luce del tragico incidente.
Infine c'è da evidenziare che la titolare dell'inchiesta giudiziaria, nel frattempo, ha incaricato un professionista torinese di effettuare sopralluoghi sul luogo dell'incidente mortale allo scopo di stabilire le cause del trascinamento del rullo oltre che verificare il rispetto delle norme antinfortunistiche. La perizia sarà svolta dal professor Massimo Sorli, ordinario di Meccanica applicata alle macchine del Politecnico di Torino.
Il corpo già martoriato dell'operaio non sarà sottoposto ad autopsia perchè sono evidenti e certe le cause del decesso. Il magistrato inquirente ha disposto la restituzione della salma alla famiglia. (Giancarlo Vincitorio)
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