Cosa ha detto Massimiliano Latorre dopo aver saputo che non dovrà tornare in India. Il commento della Farnesina
Massimiliano Latorre non deve tornare in India. Il fuciliere di Marina può restare in Puglia in attesa di conoscere gli esiti dell'arbitrato internazionale per il caso della nave Enrica Lexie. A deciderlo è stata la Corte Suprema indiana. Analoga decisione la Corte l'aveva presa nei confronti dell'altro commilitone pugliese, Salvatore Girone, che è rientrato in Italia il 28 maggio. Girone è a Torre a Mare (Bari) mentre Latorre è a Taranto. Entrambi fanno parte del Reggimento San Marco che ha sede a Brindisi, nella caserma Carlotto.
Per loro due si è mobilitata l'Italia intera con manifestazioni in piazza, fiaccolate e petizioni. Latorre è in Italia dall'agosto 2014, cioè da quando è stato sottoposto ad intervento chirurgico in seguito ad un ictus che lo ha colpito mentre era in India su ordine delle autorità giudiziarie di quel Paese.
La Farnesina ha accolto “con soddisfazione” la decisione della Corte Suprema indiana che ha esteso a Latorre, come richiesto dall’Italia, il diritto a restare in patria fino alla conclusione del procedimento arbitrale. Il ministero degli Esteri italiano in una nota ufficiale fa sapere che quindi “l’India ha così applicato anche a Latorre la decisione resa il 29 aprile scorso dal Tribunale arbitrale istituito a L’Aja, che si era espresso in tale senso con riferimento al Fuciliere di Marina Salvatore Girone".
"Si tratta di un passaggio importante che – è scritto nel comunicato della Farnesina - riconosce l’impegno intrapreso dal Governo italiano con il ricorso all’arbitrato internazionale per fare valere le ragioni dei nostri due Fucilieri di Marina. Con identico impegno l’Italia affronterà – conclude la nota - i prossimi passaggi del procedimento arbitrale, che entra ora nel merito del caso della Enrica Lexie”.
L'ultimo permesso ricevuto dalle autorità giudiziaria indiane per motivi di salute (controlli e terapie mediche) sarebbe scaduto per Latorre il 30 settembre. Per questo gli avvocati difensori hanno chiesto che a Latorre fosse applicata la stessa decisione presa nei confronti di Salvatore Girone. Ora entrambi restano in Puglia ad attendere la sentenza della Corte permanente di arbitrato dell'Aja. Solo allora si saprà infatti chi, fra Italia e India, ha la giurisdizione sull'incidente che ha coinvolto la petroliera italiana Enrica Lexie e il peschereccio indiano St. Antony.
Era il 15 febbraio del 2012 quando la nave petroliera Enrica Lexie, battente bandiera italiana, si trovava al largo delle coste del distretto di Kerale, nel sud ovest dell’India. Lì ha incrociato la rotta del peschereccio indiano St. Antony. Latorre e Girone si trovavano insieme ad altri 4 commilitoni a bordo della Enrica Lexie, con il compito di proteggere l’equipaggio e la nave da possibili attacchi dei pirati. L'india li accusa di aver ucciso due pescatori indiani scambiandoli per pirati. Girone e Latorre si sono dichiarati sempre innocenti e l'Italia sostiene con convinzione la loro posizione.
Paola Moschetti, compagna di Latorre, ha commentato affermando che “momentaneamente si spezza questo circolo vizioso che vedeva ogni tanto la nostra vita messa in discussione. Ora avremo più tempo per recuperare una vita normale. Massimiliano è contento, anche per lui si prospetta un periodo più tranquillo”.
Lui, Massimiliano, ha parole di ringraziamento per tutti: "In questi due anni non facili, questo è il secondo favorevole obiettivo raggiunto dopo il rientro in Italia del mio collega Girone. Colgo l'occasione per ringraziare ancora una volta il signor presidente della Repubblica per l'onore e la gioia che mi ha concesso nell'incontrarmi, oltre che tutti gli italiani, le associazioni d'Arma e gli amici dei social network che non mi hanno mai abbandonato, e che resteranno nel mio cuore per il resto della vita. (Carmelo Molfetta)
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