Sab23112024

Ultimo aggiornamentoSab, 03 Ago 2024 2pm

Arrestato anche un maresciallo dei carabinieri accusato di aver avvisato dell'inchiesta giudiziaria i militari indagati

Altri nove arresti. Ormai lo scandalo delle tangenti per gli appalti della Marina Militare a Taranto si allarga a macchia d'olio. Questa mattina sono stati notificati gli arresti in carcere anche a 5 imprenditori: Valeriano Agliata, Pietro Mirimao, Paolo Bisceglia, Giovanni Perrone e Vitantonio Bruno oltre a un dipendente civile della Difesa Marcello Martire. Ha potuto beneficiare dell'arresto ai domiciliari, invece, il maresciallo dei carabinieri Paolo Cesari che è accusato di aver svelato particolari dell'inchiesta giudiziaria. Il carabiniere è nativo di Ferrara. A lui, a differenza di tutti gli altri, non viene contestato il reato associativo.  

Mirimao è di Nardi, provincia di Terni. Bisceglia è di Milano ma risiede a Messina. Agliata in passato è stato consigliere comunale di Taranto. 

Vitantonio Bruno, 39 anni, era stato già arrestato il 22 settembre scorso assieme al padre, alla moglie e alla sorella per bancarotta fraudolenta, false fatturazioni, dichiarazioni irregolari e truffa ai danni di enti pubblici tra cui proprio la Marina militare.

Agli arresti anche la 25enne Elena Corina Boicea, compagna del capitano di vascello Giovanni Di Guardo, 56 anni, comandante della base di Maricommi di Taranto. Paradossalmente Di Guardo era stato trasferito a Taranto proprio per fare pulizia nella gestione degli appalti dopo i precedenti arresti per corruzione. Invece, come emergerebbe al momento dalle indagini, quel sistema sarebbe stato perpetuato proprio dal nuovo comandante. Di Guardo fu arrestato il 14 settembre mentre riceveva denaro in contanti dall'imprenditore Vincenzo Pastore, ex sindaco di Roccaforzata (Taranto), in acconto su una tangente per “pilotare” un l’appalto da 11 milioni di euro riguardante l’affidamento dei servizi di pulizia nelle basi della Marina Militare. Secondo l'accusa la tangente complessiva concordata era di duecentomila euro. 

Poco dopo l'arresto del Di Guardo finì in carcere anche la tenente di vascello Francesca Mola, di 31 anni, capo dell'Ufficio Contratti e collaboratrice del comandante. Mola è accusata di concorso in corruzione e turbativa d'asta.  

Anche i nuovi arresti eseguiti dalla Guardia di Finanza, come quelli effettuati a settembre, sono stati chiesti dal pubblico ministero Maurizio Carbone e firmati dal gip Valeria Ingenito. Nell'ordinanza di arresto si legge che “Di Guardo sin dal primo momento in cui è giunto a Taranto, per insediarsi nel suo nuovo incarico di Comandante di Maricommi, prendeva immediati contatti con Martire e con l’Agliata, con i quali si era già incontrato nella città di Roma e insieme, da subito, costituivano una vera e propria struttura associativa, volta ad assicurare l’affidamento degli appalti gestiti dalla Direzione di Maricommi, non solo a favore delle ditte facenti capo all’Agliata, ma anche a beneficio di altri imprenditori, realizzando un vero e proprio cartello di imprese, cui dovevano confluire tutti gli appalti, verso il corrispettivo di denaro e altre utilità”. Le altre utilità erano l’affitto di una villetta, auto a noleggio, spese nei più lussuosi negozi di abbigliamento. Il denaro era tanto e in parte transitava sul conto corrente di Elena Corina Boicea, giovane e bella compagna romena dell'ormai ex direttore della direzione di commissariato della Marina militare di Taranto. (Mauro De Carlo)