Per l'appalto da 150 milioni di euro del porto di Molfetta saranno processati a Trani il senatore Azzollini e altri 41
Sarà processato il senatore pugliese Antonio Azzollini. Lo ha deciso il Gup del Tribunale di Trani Francesco Messina che ha accolto quindi, ritenendola giusta, la richiesta del pm in merito ad presunta maxitruffa da circa 150 milioni di euro per la costruzione del nuovo porto di Molfetta.
Oltre ad Azzollini sono stati rinviati a giudizio 41 persone. Il processo inizierà il primo marzo dinanzi al Tribunale collegiale di Trani. I reati contestati, a vario titolo, agli imputanti sono di associazione per delinquere, falso, abuso d’ufficio, truffa, frode in pubbliche forniture, rifiuto di atti d’ufficio, violazioni ambientali e paesaggistiche, minaccia a pubblico ufficiale, concussione per induzione. Azzollini ha rinunciato alla prescrizione per un capo d’imputazione di minaccia aggravata. Lo ha fatto sapere il suo legale, l’avvocato Felice Petruzzella.
Prosciolto da ogni accusa, invece, l’allora segretario generale del Comune di Molfetta Michele Camero. Sul banco degli imputati, oltre all'ex sindaco Azzolini, ci saranno, tra gli altri, anche l'ex dirigente comunale Vincenzo Balducci e il direttore di cantiere Giorgio Calderoni.
Nel 2007 l'amministrazione comunale di Molfetta, sindaco Azzollini, appaltò i lavori per la costruzione della diga foranea e del nuovo porto commerciale per 72 milioni di euro ma il costo lievitò a 147 milioni per gli interventi di bonifica dei fondali da migliaia di ordigni bellici inesplosi. Secondo la Procura parte di quei soldi furono distratti per finire nel bilancio comunale allo scopo di ripianare delle spese e di effettuarne delle altre.
Il Gup ha stralciato per difetti di notifica la posizione di due imputati, all’epoca revisori dei conti, rinviando gli atti alla Procura.
Per il pm il senatore Azzollini è stato il promotore dell’associazione per delinquere che ha dirottato su Molfetta, e poi distratto, milioni di euro. Per gli investigatori sia i funzionari comunali e sia l'impresa che si aggiudicò l'appalto dei lavori, la Cmc di Ravenna, sapevano che alcune opere non sarebbero potuto essere realizzata perché sui fondali c'erano migliaia di ordigni della seconda guerra mondiale inesplosi. Una situazione, questa degli ordigni bellici, che causò ritardo nella consegna delle opere per la necessità di bonificare l'area. La Cmc ottenne, pertanto, quasi 8 milioni di euro di penale.
Il porto commerciale di Molfetta fu sequestrato ad ottobre 2013 e per il dissequestro si attese oltre un anno.
Azzollini è anche coinvolto nel processo per il fallimento dell'ospedale ecclesiastico Don Uva. Un buco da 500 milioni di euro, oltre 350 dei quali costituiti da debiti nei confronti dello Stato. Altro esempio di spreco di denaro pubblico, mediante assunzioni clientelari, stipendi e consulenze d'oro. La casa di cura per malati psichici con sedi a Bisceglie (BAT), Foggia e Potenza è attualmente in amministrazione straordinaria. (Carmelo Molfetta)
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