Sono 46.858 coloro che devono pagare penali per non aver ritirato esami diagnostici e clinici dall'Asl di Brindisi
L'Asl di Brindisi avrebbe dovuto incassare circa 1,4 milioni di euro dal ticket di visite specialistiche prenotate e non effettuate perché il paziente si è dimenticato di disdettarle. Il notevole danno erariale è stato quantificato dalla Guardia di Finanza che ha compiuto indagini dal 2011 al 2015. Uno spreco economico che si sarebbe potuto evitare se i direttori dei distretti sanitari della Asl avessero applicato alla lettera le disposizioni vigenti che impongono una penale pari al costo del ticket per coloro che rinunciano alla prestazione sanitaria specialistica ma non annullano la prenotazione almeno 48 ore dalla data prefissata.
Ad oggi i pazienti rinunciatari non hanno pagato e nessuno li ha invitati a pagare la penale. Ora l'Asl di Brindisi – sollecitata dal clamore causato dall'esito delle indagini della Finanza - potrebbe sanare quella inadempienza chiedendo quanto dovuto ai rinunciatari accertati ma non è escluso che in alternativa a pagare siano addirittura i direttori dei Distretti sanitari in carica dal 2011 sino allo scorso anno. I direttori sono stati infatti segnalati alla Procura regionale della Corte dei Conti proprio ai fini dell'accertamento della responsabilità amministrativa erariale.
Ma le indagini della Guardia di Finanza nella sanità brindisina hanno evidenziato altri aspetti scandalosi nel comportamento degli utenti. Nello stesso periodo esaminato, cioè dal 2011 sino al 2015, ben 46.858 assistiti non hanno ritirato i referti degli esami eseguiti. Ma quale utilità avevano quegli accertamenti diagnostici e clinici se poi non si ritenuto opportuno neppure ritirare il referto e consultarlo? Insomma, un altro spreco e non solo in termini economici. Infatti chi non ha disdettato la visita specialistica o chi si è sottoposto ad accertamenti sanitari talmente superflui, tanto da ritenere inutile il ritiro del referto, ha causato certamente una perdita di tempo per i sanitari ma pure per gli altri pazienti con un deprecabile allungamento delle cosiddette liste di attesa. Insomma ha occupato tempo che poteva essere utilizzato, invece, molto meglio da quanti avevano bisogno veramente dell'assistenza sanitaria pubblica. Giusta quindi l'applicazione delle disposizioni che prevedono il pagamento di una sanzione anche a chi non ha ritirato i referti degli esami diagnostici: dovrà corrispondere il costo intero dell’esame effettuato. E a dover tenere il portafogli aperto per il tardivo pagamento dovrebbero essere – secondo quanto accertato dai finanzieri - 46.858 assistiti.
Ma come mai si è arrivati a questa situazione? Regole chiare ci sono già dal 2010 (delibera giunta regionale 2268/2010). Inoltre i vertici della Asl Br, già dall’aprile 2013, avevano disposto l’affidamento ad Equitalia Sud SpA della riscossione coattiva mediante ruolo dei crediti relativi a prestazioni sanitarie non pagate e comunque dovute dai cittadini. Tra questi dovevano esserci anche coloro che avevano rinunciato alla visita specialistica o all'esame diagnostico prenotato senza averli disdettati in tempo. Occorre chiarire che la penale, in queste situazioni, va pagata anche anche nel caso in cui il dimenticante sia esentato dal ticket.
Eppure disdettare è facile. Si può farlo accedendo al sito web dell'Asl oppure attraverso il CUP (Centro unico prenotazioni). Ad operazione completata il sistema (o l'operatore telefonico) rilascia un numero di disdetta che deve essere conservato per almeno 6 mesi a riprova dell’avvenuta operazione. La conferma della cancellazione con il numero della disdetta viene inviato anche all’indirizzo di posta elettronica, se specificato al momento della richiesta di annullamento.
Per il passato il danno è fatto. Per il futuro meglio rispettare le regole. Le indagini partite da Brindisi potrebbero essere allargate presto alle altre Asl pugliesi. (Mauro De Carlo)
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