Ruolo di testimone non rende Michele Emiliano incompatibile con la corsa per la segreteria PD contro Renzi
Michele Emiliano ammette di essere a conoscenza di fatti che potrebbero essere rilevanti nell'inchiesta giudiziaria cosiddetta Consip, cioè su presunte pressioni ricevute affinché lui incontrasse un imprenditore considerato vicino sia al ministro Lotti che al papà di Matteo Renzi. Emiliano nei giorni scorsi aveva mostrato ad un giornalista gli sms ricevuti e che lo sollecitavano a quell'incontro. Ma questa situazione rende Emiliano incompatibile alla candidatura alla segreteria proprio contro Renzi? Lui è convinto di no: “Ci mancherebbe pure che in una situazione in cui si indaga su un sistema di potere, questo sistema di potere avesse pure come risultato quello di eliminare dal gioco, per questa ragione, un suo avversario politico". Insomma sembra di capire che Emiliano considera il papà di Renzi e il ministro Lotti, all'epoca dei fatti sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, facenti parte di un sistema di potere. E le sue parole fanno ipotizzare anche le finalità di quel sistema di potere.
Emiliano intende collaborare con la magistratura ma vuole giocare di rimessa: "se l'autorità giudiziaria me lo chiederà farò il mio dovere". Quindi dirà ciò che sa. "La magistratura esamina i fatti liberamente e ciascuno di noi è obbligato a collaborare”. Questo è certo ma non sarebbe stato meglio riferire direttamente ai magistrati tutte le informazioni in proprio possesso invece di dirle a un giornalista sapendo anche del clamore mediatico che ne sarebbe scaturito?
Ma nel PD potrebbero utilizzare questa vicenda per estrometterlo dalla corsa alla segreteria a causa di un ipotetico conflitto di interesse perché contemporaneamente candidato alla segreteria del Pd e testimone nell'inchiesta Consip?
"Il fatto che io sia a conoscenza di fatti che potrebbero essere rilevanti ai fini di un'indagine, certamente – dice Emiliano - non potrà ledere alcuno dei miei diritti. Capisco che quando qualcuno è disperato, adopera ogni sistema per far fuori gli avversari" ma "credo come al solito che applicando le leggi e le norme e facendo il proprio dovere si risolve ogni cosa".
Emiliano insomma resta in corsa per la segreteria e lo conferma anche aggiornando continuamente la sua pagina Facebook. "Alle primarie del 30 aprile possono votare tutti - scrive Emiliano - anche coloro che non sono iscritti al PD, non dimenticatelo e ditelo a tutti. In questo modo il PD consente a tutti di decidere chi sarà il suo segretario". "Se volete cambiare tutto davvero in Italia - prosegue - dobbiamo cominciare cambiando il PD che deve tornare ad essere il partito del lavoro, della scuola, dell'ambiente, di coloro che non contano niente, della classe media, degli operai e dei contadini".
Emiliano nel suo post su facebook esorta a recarsi alle primarie con la finalità di cambiare “il PD per costruire un Paese forte e onesto che faccia poche chiacchiere e tanti fatti. Liberiamoci – aggiunge - degli ipocriti e degli incoerenti, ma soprattutto dei disonesti, degli affaristi e degli uomini di potere".
Nel frattempo, quelli che il PD lo hanno lasciato in questi giorni perché convinti che non vi fossero più le condizioni per un cambiamento dall'interno, hanno deciso il nome della “nuova cosa rossa”: si chiamerà “Democratici e Progressisti”. L'acronimo è DP, cioè PD scritto all'inverso, nella direzione opposta. (R.T.)
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