Vittima di violenza sessuale a Bari una 15enne adescata dall'ex fidanzatino e abusata da un gruppo di cinque ragazzini
Stupro di gruppo. L'hanno violentata a turno all’interno dell’area portuale di Bari. La vittima ha soltanto 15 anni. I suoi aguzzini sono cinque e il più grande è diciottenne. Sono stati tutti identificati e denunciati. La ragazza ha dichiarato ai carabinieri di essere stata invitata a prendere un gelato nel porto dal suo ex fidanzatino 16enne ma lì, ad aspettare, ha trovato 4 ragazzi che, in una zona isolata adibita a parcheggio poco distante dal Terminal Traghetti, l'hanno violentata assime a chi, un tempo, aveva amato.
Quando è andata in ospedale per farsi medicare ha raccontato ai sanitari il fatto ed è scattato quindi l'obbligo dei medici di fare intervenire i carabinieri e i genitori dell'adolescente. Le indagini hanno avuto inizio subito sia con l'identificazione dei cinque presunti stupratori che con la perquisizione delle loro abitazioni e il sequestro dei cellulari. Il magistrato ha disposto d’urgenza che siano effettuate due consulenze: una tecnica sul contenuto dei cellulari e sui tabulati telefonici e l’altra medico-legale sulla ragazza.
Sulla vicenda indagano sia la Procura ordinaria di Bari che quella per i Minorenni. I cinque ragazzi, accusati formalmente di violenza sessuale di gruppo, davanti ai carabinieri si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.
Intanto il sindaco di Bari, Antonio Decaro, è intervenuto sulla vicenda annunciando che il Comune si costituirà parte civile nel processo contro gli stupratori.
«Ci costituiremo parte civile nel processo contro chi ha abusato della dignità di una ragazzina - ha detto Decaro - affinché chi è colpevole comprenda fino in fondo il senso delle proprie azioni e soprattutto la ricaduta di queste sull'intera comunità. Oggi siamo tutte vittime di questo tragico martedì sera». "Un episodio di assurda sopraffazione - ha continuato il sindaco - che non trova alcuna giustificazione e ci restituisce un quadro educativo e morale compromesso, di cui tutti siamo responsabili e su cui occorre interrogarci. Siamo vicini alla ragazza e alla sua famiglia a cui vanno tutta la nostra solidarietà e il nostro supporto nel cercare di superare questo momento difficile. La violenza perpetrata a danno di una ragazzina di soli 15 anni da parte di un gruppo di coetanei non può lasciare questa città indifferente».
Certo che è inquitante anche il particolare sulla facilità dimostrata dal gruppo dei presunti violentatori e dalla vittima di entrare nell'area portuale dove le misure di sicurezza, anche per motivi di prevenzione di azioni terroristiche, dovrebbero risultare già elevate. A quanto pare dalle prime dichiarazioni della vittima sono tutti riusciti ad entrare nel porto utilizzando un cancelletto privo di serratura di pertinenza di un ufficio pubblico. (R.T.)
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