La società di Giovanni Brigante e il figlio Giulio avrebbero nascosto al fisco undici milioni di euro
Con la loro società avrebbero nascosto al fisco più di undici milioni di euro. E' per questo che nei confronti dell'ex consigliere regionale brindisino Giovanni Brigante e di suo figlio Giulio la guardia di finanza ha sequestrato beni e denaro per un valore di un milione e 700mila euro. Nel dettaglio il provvedimento del gip ha disposto il sequestro di un appartamento, due opifici, sette terreni per un milione di euro e disponibilità finanziarie per un ammontare complessivo di circa 700mila euro.
Padre e figlio, avrebbero commesso reati tributari, tra cui la falsa fatturazione per operazioni inesistenti. Inoltre sono accusati di aver presentato dichiarazioni fraudolente alterate anche attraverso l'occultamento di documenti contabili.
Giovanni Brigante, che nel 2012 fu candidato sindaco a Brindisi, e suo figlio avrebbero evaso l'Iva per oltre due milioni di euro. Questo è quanto emerge dalle indagini coordinate dal pm Valeria Farina Valaori ed avviate lo scorso anno ed hanno evidenziato anche la simulazione di una donazione di un immobile.
L'azienda dei Brigante si occupa di lavorazione dei metalli. Nell'inchiesta giudiziaria risultano esserci anche altri indagati, tra i quali anche la commercialista dell'azienda, Maurizia Manca.
Giovanni Brigante è stato presidente della Cna (Confederazione nazionale Artigianato) regionale dal 1998 al 2009 e presidente della Camera di Commercio di Brindisi dal 2005 al 2009. E' stato anche eletto nel 2010 consigliere regionale con la “Puglia per Vendola”, Inoltre Giovanni Brigante è stato per tanti anni pure consigliere comunale a Brindisi, prima nella lista del Pci-Pds poi nella lista civica “Sviluppo e Lavoro” da lui fondata.
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