Perché Vendola torna in politica e critica Michele Emiliano
Nichi Vendola ha annunciato pubblicamente che torna in politica. Intervistato dal direttore del TgNorba, Enzo Magistà, l'ex governatore della Puglia ha dichiarato, quasi a giustificare questa sua scelta, che “la politica è una malattia da cui non si guarisce”. Come si ricorderà Vendola decise di allontarsi dalla politica attiva, in quel periodo era presidente guida di SEL (Sinistra Ecologia Libertà) da lui fondato il 20 dicembre 2009, per dedicarsi alla vita di coppia con il suo compagno con il quale hanno un figlio maschio nato all'estero da una gestante straniera. Vendola, che è stato presidente della Regione Puglia, dall'aprile 2005 al giugno 2015, nell'intervista ha voluto precisare di non essere però “mai fuggito dalla politica”. Di Michele Emiliano, suo successore alla guida del governo regionale, ha detto cose non certo carine, anzi. Il giudizio di Vendola nei confronti di Emiliano è assolutamente negativo: "io auguravo al mio successore di essere veramente in grado, come aveva annunciato nella lunghissima campagna elettorale, di fare molto meglio di come avessimo fatto noi". "L'impressione - ha chiarito Vendola - è di una regione in affanno, stanca, senza un'idea di cosa sia il governo, senza un'idea della Puglia. Sono disilluso come molti pugliesi. La primavera pugliese si è trasformata in un inverno".
Insomma, Vendola è proprio deluso da Emiliano: "sono deluso per quello che Emiliano avrebbe potuto essere e non è", e "sconcertato da "questa rivendicazione dell'autonomia". "Questo simpatizzare con i referendum del Lombardo-Veneto, magari con qualche nostalgia neo-borbonica - ha concluso Vendola - non ha senso".
Critiche anche per l'approccio dimostrato da Emiliano ai problemi: "Di fronte a un problema è facile dire che è colpa del governo o della burocrazia: bisogna dare risposte, non individuare colpevoli. Chi governa non ha funzioni di pm" ed Emiliano è un magistrato in aspettativa.
Poi Vendola si inorgoglisce per i suoi dieci anni di governo pugliese: «Per dieci anni - afferma Vendola - abbiamo provato a mettere al centro una narrazione, cioè un’idea della tradizione e del futuro. Oggi però vedo cose che mi lasciano sconcertato: il simpatizzare per il referendum lombardo-veneto, l’autonomia, la nostalgia neo-borbonica». E poi, ancora: «Manca l’attività di governo sui dossier fondamentali. Sono due anni e mezzo che non vediamo in Consiglio provvedimenti di legge, una discussione seria sui malanni di una regione, sulle cose da fare». Infine la stoccata sulla eccessiva predilezione di Emiliano per la comunicazione: «È populismo quando si pensa che l’attività di governo si possa esaurire attraverso l’attività comunicativa».
- Dettagli