Emiliano sull'Ilva fa finta di non capire a all'invito di Gentiloni di ritirare il ricorso al Tar risponde di voler spiegare
Lo hanno detto in tutte le lingue a Michele Emiliano che il ricorso al Tar sull'Ilva va ritirato se si vuole che gli investitori non fuggano lasciando insoluto il problema del mantenimento della produzione, dei livelli occupazioni e della tutela ambientale. Ora a chiedere che sia ritirato quel ricorso è addirittura il presidente del Consiglio dei Ministri, Paolo Gentiloni, rivolgendosi direttamente sia al governatore della Puglia che al sindaco di Taranto Rinaldo Melucci. Eppure Emiliano sembra fare finta di non capire e risponde che è pronto ad accettare l'invito del capo del Governo centrale ma per spiegare le ragioni proprio del ricorso.
Gentiloni è stato chiaro nell'invitare i due pugliesi: "Mi rivolgo al presidente Emiliano e al sindaco Melucci facendo appello alla loro responsabilità e alla sensibilità istituzionale che ben conosco. Vi chiedo di ritirare il ricorso al Tar e di non mettere a rischio interventi per la bonifica ambientale e il lavoro che Taranto aspetta da anni. Da parte del Governo c'è piena disponibilità al confronto sulle questioni che avete sollevato. Conto su di voi, l'Italia e la Puglia hanno bisogno di leale collaborazione". Sostanzialmente è ciò che aveva detto nei giorni scorsi il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda: prima ritirate il ricorso e poi sedetevi al tavolo istituzionale per per portare a soluzione tutte le questioni. L'invito di Gentiloni ha già una risposta dal governatore della Puglia: "il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano è a disposizione del presidente del Consiglio dei ministri, Paolo Gentiloni, ove voglia incontrarlo per illustrargli le ragioni del ricorso e il punto di vista della Regione Puglia sul piano industriale e sul piano ambientale dell'Ilva di Taranto". Ma davvero Emiliano crede che debba ancora spiegare le motivazioni del ricorso dopo che le ha illustrate con comunicati e conferenze stampa e con numerosi talk show sulle principali televisioni regionali e nazionali? Ora c'è solo da agire e di assumersi, ciascuno per il proprio ruolo, le responsablità del caso.
Emiliano sembra non voler rinunciare al ricorso giudiziario e a chi gli ha evidenziato che anche i sindacati gli sono contro proprio per questa posizione ha risposto che i lavoratori sono però con lui facendo intendere che i sindacati sono scatole vuote. Gli ha replicato il segretario regionale della CGIL Giuseppe Gesmundo: "A tutela dei 12mila operai che all'Ilva lavorano, cui si sommano quelli dell'indotto che alle ultime elezioni per le Rsu, a proposito di fiducia, hanno assegnato alle categorie confederali oltre l'83% dei voti. Faccia il suo lavoro Emiliano, senza scegliersi interlocutori di comodo, e lasci a chi compete il ruolo della rappresentanza dei lavoratori che svolgiamo al massimo del nostro impegno". Gesmundo poi entra nel merito del ricorso al Tar: "la vertenza è materia politica e non dei tribunali. Affermare il contrario è solo bassa propaganda che in tempi di campagna elettorale alimenta più che legittimi sospetti".
E' intervenuto anche il segretario generale della Fim-Cisl Marco Bentivogli affermando che prima di Emiliano “non era mai esistito un governatore di regione che certificchi la rappresentanza sindacale dentro uno stabilimento, che organizzi e autoconvochi delle riunioni in contrasto con quelle istituzionali a livello di governo per ritardare ancora di più l’ambientalizzazione e creare problemi. Bentivogli ha aggiunto che “la trattativa Ilva non ha bisogno di entrare nella campagna elettorale ma di un confronto vero. Invitiamo ancora una volta sindaco di Taranto e governatore al senso di responsabilità che finora non hanno dimostrato”.
Intanto questa mattina è tornato a riunirsi al ministero dello Sviluppo economico il tavolo istituzionale per l'Ilva ma senza la partecipazione del sindaco di Taranto e del governatore della Puglia. Al termine della riunione la viceministra Teresa Bellanova, anche lei pugliese, ha rispondo indirettamente a Emiliano e Melucci che avevano annunciato di voler organizzare un tavolo alternativo sullo stesso problema che "questo è il tavolo principale, quello che vede la presenza del governo con le organizzazioni sindacali, i rappresentanti dell'azienda e l'amministrazione straordinaria". E' in questo tavolo che abbiamo "il dovere di avere un confronto di merito sul piano industriale e ambientale, sulle condizioni di lavoro e sul numero dei lavoratori che transiteranno nella nuova società". (R.T.)
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