Emiliano vuole per Regione e Comune Taranto un posto di consigliere nel cda dell'Ilva
La Regione Puglia vuole sedersi nel consiglio di amministrazione della nuova Ilva. Vuole fare parte dell'azionariato e nominare un proprio rappresentanza del Cda del siderurgico. E' l'ultima trovata del vulcanico Michele Emiliano, governatore della Puglia. Nel frattempo si è scelto anche l'intelocutore istituzionale: Paolo Gentiloni. Significa che per Emiliano il ministro Carlo Calenda deve farsi da parte sulla questione Ilva.
"Ora basta" gli replica il presidente della Provincia di Taranto Martino Tamburrano. "Non se ne può più del protagonismo politico del presidente Emiliano che sta gestendo - afferma Tamburrano - la vertenza Ilva solo per regolare i conti all'interno del Pd e per sistemare i suoi protetti nei collegi e nei listini delle prossime elezioni politiche.
Come è noto Comune di Taranto e Regione Puglia continuano a tenere in piedi il ricorso al Tar che impedisce la cessione del gruppo siderurgico alla cordata AmInvestco. Il ministro Calenda ha invece ne ha sempre chiesto il ritiro per impedire che gli investori cambino idea e rifiutino di acquistare l'Ilva. Dopo un duro scontro Emiliano lascia intraverdere la possibilità di rinunciare al ricorso ma a condizioni ben precise tra cui maggiori garanzie ambientali e un posto nel Cda utilizzando come "Cavallo di Troia" l'Acquedotto Pugliese che nel bilancio 2016 aveva dimostrato un utile di soli 16 milioni di euro. Tra l'altro AQP risulta essere concessionaria del servizio idrico integrato solo fino al dicembre 2018. Cosa accadrà a fine anno? Poco importa. Emiliano è già partito in quarta con la sua idea: "concedere alla Regione e al Comune di Taranto un consigliere di amministrazione che possa partecipare e conoscere dall'interno tutte le questioni più importanti legate alle attività della fabbrica sarebbe un'azione intelligente anche per la proprietà".
Il diktat del governatore Emiliano è però un altro: "Il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, si faccia da parte e ci consenta di dialogare con il presidente del Consiglio che peraltro è l'autore del decreto sul piano ambientale impugnato".
Intanto questo protagonismo di Emiliano non piace proprio anche al presidente della Provincia di Taranto che ha annunciato di voler proporre nell'udienza del 9 gennaio, dinanzi al Tar di Lecce, un ricorso «ad opponendum», chiedendo ai giudici amministrativi di far decadere quello presentato nelle scorse settimane da Regione Puglia e Comune di Taranto contro il decreto del nuovo piano ambientale dell'Ilva.
Tamburrano spiega che sulla questione Ilva e Governo centrale non può e non deve esserci spazio solo per il Comune di Taranto e la Regione Puglia. Gli interlocutori sono anche altri. In effetti, a riprova di questo, il sindaco di Montemesola Vito Antonio Punzi ha convocato per lunedì prossimo, alle ore 17, nella sede del Municipio, la Regione Puglia, i Comuni di Taranto, Massafra, Statte e Crispiano, Confindustria e le organizzazioni sindacali.
Regione e Comune di Taranto - secondo il presidente della Provincia Martino Tamburrano, esponente di Forza Italia – si sono arrogati abusivamente il ruolo di unica controparte del Governo. Ora si tratta di mettere attorno ad un tavolo tutti gli attori istituzionali. Michele Emiliano è avvisato. (R.T.)
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