3500 tonnellate di rifiuti pericolosi sono stati esportati dalla Puglia illecitamente.
C'era un intenso traffico internazionale di rifiuti pericolosi che veniva gestito dalla Puglia. Lo hanno scoperto i carabinieri forestali che per questo hanno arrestato due imprenditori pugliesi e un egiziano. In manette sono finiti Domenico Cassetta di Andria e Domenico Montaruli di Ruvo di Puglia oltre all'egiziano Deyab Ashraf. Secondo gli inquirenti sono a loro riconducibili le aziende sequestrate a Palo del Colle, Ruvo di Puglia e Andria e che ora sono sottoposte ad amministrazione giudiziale. Altre sette persone sono state denunciate a piede libero. I rifiuti pugliesi venivano trasportati in Libia, Egitto, Iran, Nigeria, Tunisia, Somalia, Togo e Afghanistan per essere smaltiti illecitamente. La merce viaggiava su nave e la spedizione avveniva dai porti di Bari, Genova e Salerno. Sotto sequestro sono finite anche diverse decine di mezzi pesanti, e una serie di altri beni, per un valore totale che supera il milione e settecentomila euro.
Sulle fatture sequestrate si attestava falsamente l'avvenuta "messa in sicurezza e bonifica mediante le operazioni di aspirazione degli olii e liquidi ivi contenuti e mediante smontaggio dei relativi filtri" ad opera di ditte specializzate. In realtà ciò che sulla carta risultavano essere parti di ricambio di automobili in realtà erano rifiuti non trattati, cioè non privati degli elementi inquinanti. All'estero venivano spediti veicoli fuori uso interi: semirimorchi, autocarri cassonati e furgonati anche adibiti ad usi speciali come mezzi frigorifero e betoniere mai sottoposti alle operazioni di trattamento previste dalla legge.
Il valore dei profitti illeciti è stato stimato a un milione e 700mila euro. Gli inquirenti ritengono che sia stato ingente anche il danno all'ambiente, causato dalla circolazione di questi rifiuti che contenevano inquinanti come piombo, cadmio, mercurio, sostanze lesive per l'ozono e sostanze petrolifere contaminate. (R.T.)
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