Procura Trani ha chiesto il rinvio a giudizio per 18 persone e Ferrotramviaria: tutti i nomi di chi rischia il processo
Ferrotramviaria e 18 persone rischiano di essere processati. La richiesta del loro rinvio a giudizio è stata fatta dalla Procura di Trani per lo scontro fra due treni, avvenuto il 12 luglio 2016, sulla tratta fra Andria e Corato, in cui persero la vita 23 persone e altre 51 rimasero ferite.
Un disastro che si sarebbe potuto evitare senza l'errore compiuto dal capostazione di Andria che ha dato l'ok alla partenza di un treno senza aspettare l'incrocio con il convoglio proveniente da Corato, la cui partenza, però, non era stata neppure comunicata. Disastro che non sarebbe accaduto se sulle rotaie fosse stato installato un sistema di sicurezza con blocco automatico. Le responsabilità emerse dalle indagini compiute da Polizia Ferroviaria, Squadra Mobile e Guardia di Finanza hanno portato la Procura a chiedere il rinvio a giudizio, tra gli altri, anche del direttore generale del ministero delle Infrastrutture, Virginio Di Giambattista, e della dirigente ministeriale Elena Molinaro. Ora sono accusati di non aver "compiuto verifiche periodiche" e adottato "provvedimenti urgenti" per evitare che su quella tratta a binario unico fosse in uso soltanto il sistema del blocco telefonico, cioè l'avviso tramite telefono l'avviso di partenza o stop o emergenza per il capotreno. Oltre a loro due la Procura vuole processare anche i capostazione e capotreno, dirigenti e funzionari di Ferrotramviaria.
Chi sono: i dirigenti di movimento di Andria e Corato, Vito Piccareta e Alessio Porcelli, il dirigente coordinatore centrale Francesco Pistolato e il capotreno Nicola Lorizzo, che viaggiava sul convoglio partito da Andria. Inoltre gli amministratori delegati Enrico Maria Pasquini e sua sorella Gloria Pasquini, il direttore generale Massimo Nitti, il direttore di esercizio Michele Ronchi e altri dirigenti.
Gli imputati sono accusati, a vario titolo, di disastro ferroviario, omicidio colposo, lesioni gravi colpose, omissione dolosa di cautele, violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro e falso.
Ai due capostazione si contesta anche di aver falsificato i registri contenenti le annotazioni sui "via libera" per la partenza dei treni.
Appresa la notizia della decisione della Procura di Trani il governatore della Puglia, Michele Emiliano, ha dato disposizione all'Avvocatura della Regione Puglia di predisporre la dichiarazione di costituzione di parte civile in vista dell'udienza preliminare. (R.T.)
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