Malagiustizia: assolti tre avvocati dopo 5 anni di accuse infamanti
L'incubo è finito ma la macchina del fango ha coperto i loro nomi per cinque lunghi anni. Finalmente ora c'è una sentenza di assoluzione per i tre avvocati baresi e sei direttori di banca accusati ingiustamente reati mai commessi. I loro nomi: gli avvocati Gianni Di Cagno, Onofrio Sisto e Giacomo Porcelli e i bancari Salvatore Biscozzi, Pierfrancesco Lovecchio, Domenico Perrone, Beniamino Piombarolo, Gaetano Antonio Barone e Andrea Maccagni. Assolti anche una dipendente di un istituto di credito (Grazia Alessandra de Carne) e Sergio Martino, amministratore formale della Uniedil Srl. La sentenza è stata emessa dal gup del tribunale di Bari Annarosa De Palo. La richiesta di assoluzione era stata già formulata dal procuratore aggiunto Pasquale Drago, che ha ereditato il fascicolo nei mesi scorsi dall'allora pm Antimafia di Bari Elisabetta Pugliese (oggi alla Dna).
Il commento dell'ex imputato Gianni Di Cagno che, per colpa dell'avvio del procedimento giudiziario aveva subito anche una sospensione di 15 giorni dell'attività professionale: “Per errore sono rimasto imputato cinque lunghi, terribili, anni". Un tempo per me infinito, e del quale non riesco a darmi ragione visto che, alla fine, tutti hanno convenuto sulla mia totale estraneità a qualsiasi illecito. Venivo presentato come un colletto bianco di quella criminalità organizzata barese che avevo sempre denunciato e combattuto: un insospettabile pezzo del Domino, appunto. Sarebbe bastato che fossi stato ascoltato prima per evitare la drammatica gogna giudiziaria e mediatica che ha segnato irreparabilmente la mia vita. Lungi dal riconoscere l'errore, tuttavia, gli inquirenti hanno perseverato. Così ci sono voluti altri cinque lunghi anni, tra indagini infinite e tempi morti, perchè si arrivasse finalmente alla sentenza che oggi mi ha assolto con formula piena. Cinque interminabili anni per riconoscere che il fatto non sussiste, che non ho mai riciclato un bel nulla e che mai ho favorito il reimpiego di capitali illeciti, tanto meno di origine mafiosa. Gli errori giudiziari appartengono alla fisiologia del sistema: la giustizia umana, infatti, è per sua natura imperfetta, anche se non sempre chi la amministra sembra rendersene conto. Nel mio caso, peraltro, pur dopo troppo tempo la magistratura è stata infine capace di riconoscere e rimediare all'errore, assolvendomi – conclude l'avvocato Di Cagno - con formula piena da un'accusa completamente infondata".
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