Gli avvocati leccesi saranno in sciopero sino al 22 novembre
Gli avvocati di Lecce sono in sciopero e si asterranno pertanto dalle udienze da oggi sino al 22 novembre. Tanti i motivi che hanno costretto l’ Avvocatura leccese ad astenersi, così come è già accaduto molte altre volte quest'anno, dalle udienze. L'obiettivo è trovare soluzione alle molte criticità evidenziate dagli avvocati in più occasioni. Occorre ricordare che gli ultimi due scioperi degli avvocati di Lecce ci sono stati dal 22 settembre al 27 settembre 2014, dal 20 ottobre al 25 ottobre 2014 ed ora dal 17 novembre al 22 novembre. Ma è stato già annunciato il prossimo sciopero, quello dal 15 dicembre al 20 dicembre 2014.
Una comunicazione è stata inviata dall'ordine al sindaco di Lecce, al Prefetto e a tutte le autorità competenti, evidenziando le gravi carenze strutturali e logistiche del Palazzo di Giustizia - civile e penale, chiedendo che vengano adottate le opportune verifiche a tutela della incolumità e della sicurezza degli utenti.
Con questi scioperi si chiede di adottare ogni opportuna iniziativa a tutela dell’Avvocatura leccese, nominando ove necessario avvocati o accademici, esperti nel settore, per affrontare la difesa dell’Ordine dinanzi all’Autorità Garante dello sciopero e nelle eventuali fasi giudiziali successive, accantonando altresì le somme necessarie per il pagamento, ove irrogato, della sanzione amministrativa e costituendo un apposito capitolo di spesa nel bilancio preventivo.
Edilizia giudiziaria, la sicurezza, il processo civile telematico e il protocollo sul gratuito patrocinio sono i principali problemi evidenziati dagli avvocati leccesi. Particolare attenzione viene chiesta per la logistica e gli organici nei tribunali: mancanza di spazi, dove celebrare i processi, e carenza di personale.
Il presidente dell'Ordine provinciale Fatano ha detto che «bisogna guardare da un lato prospettivamente e con attenzione al processo in corso, e al contempo, e mi rivolgo ancora oggi ai rappresentanti nazionali, occorre vigilare perché le buone intenzioni non si traducano in misure punitive per l’avvocatura, riducendo le problematiche a facili battute sul numero degli avvocati o in strumenti che rendono più difficile l’accesso al contenzioso. Non mi risulta che siano ancora stati definitivamente abbandonati i progetti di accorpamenti di alcune Corti d’Appello e di accentramenti di uffici giudiziari nel capoluogo di Regione». (Cosima Miacola)
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