Sentenza tribunale favorevole a due società pugliesi per interessi bancari illegali
Con una sentenza del Tribunale di Lecce la Banca Nazionale del Lavoro (BNL) è stata condannata a pagare un risarcimento di ben sette milioni di euro a due aziende salentine. L'istituto di credito aveva applicato interessi illegali rendendosi responsabile di anatocismo, cioè aveva chiesto ed ottenuto il pagamento di somme non dovute calcolando gli interessi non solo sul capitale ma anche sugli interessi nel frattempo maturati. Insomma, intessi su interessi. Quel pagamento potrebbe aver contribuito al fallimento di due aziende pugliesi (Nuova Adelchi Spa e Calzaturificio Adelchi) che, proprio avendo ben chiara questa convinzione, hanno deciso di citare in giudizio la Banca Nazionale del Lavoro, agenzia di Lecce, facendosi difendere nella controversiadall’avv. Antonio Tanza, vicepresidente nazionale dell'Adusbef (Associazione degli utenti servizi bancari e finanziari). L'esito giudiziario è favorevole per le due aziende ricorrenti e condanna l'istituto di credito.
Il giudice, Annafrancesca Capone ha accolto quindi l'istanza presentata nel novembre del 2009 dalle due società salentina finalizzata ad ottenere il riconoscimento dell’invalidità a titolo di nullità parziale del contratto di apertura di credito utilizzato con scoperto in conto corrente, particolarmente in relazione alle clausole di determinazione e di applicazione degli interessi ultralegali, di determinazione ed applicazione dell’interesse anatocistico con capitalizzazione trimestrale e all’applicazione della provvigione di massimo scoperto.
La banca si è è costituita in giudizio non solo opponendosi alle richieste di accertamento del presunto credito delle società, ma avanzando a sua volta una richiesta di condanna per le ex clienti per un credito di oltre 8 milioni oltre agli interessi. Il tribunale ha dato ragione alle due società condannando complessivamente Bnl al pagamento di oltre 7 milioni.
Il risultato – spiega Adusbef – si è ottenuto con il ricalcolo delle indebite competenze bancarie avvenute in uno spazio di tempo che va dal 1982 al 2009.
"Questa sentenza – sottolinea il presidente nazionale di Adusbef, Elio Lannutti – rappresenta un’ancora di salvezza per tutti quegli imprenditori in crisi (che oggi sono, purtroppo, tanti) che conservano ancora gli estratti conto, e che non sanno di avere tra le mani un tesoro, o meglio, la loro possibilità di svolta, recuperando il maltolto, grazie al lavoro delle associazioni di consumatori". (Cosima Miacola)
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