Delle due l'una: Michele Emiliano doveva decidere se restare in servizio in magistratura o diventare segretario regionale del PD pugliese. Emiliano invece svolge attività politica da 11 anni nonostante sia ancora un magistrato. Va ricordato che ai magistrati non è consentito di iscriversi a partiti politici. E questo divieto varrebbe anche per i magistrati fuori ruolo come risulta essere Emiliano. 

Il Procuratore generale della Cassazione Gianfranco Ciani intanto ha avviato un'azione disciplinare nei confronti di Emiliano che, avendo vinto le primarie del 30 novembre, è ora anche candidato per il centrosinistra alle elezioni regionali in Puglia del marzo del 2015.

La replica Emiliano non si è fatta attendere. "La campagna elettorale in corso – afferma Emiliano - prosegue serenamente e senza alcun problema non esiste alcun impedimento alla mia elezione a presidente della Regione Puglia. Come esponente politico nulla mi viene contestato e dunque nessuna mancanza mi viene addebitata verso il Pd o verso il mio impegno politico che rimane specchiato e privo di qualunque censura. È legittimo che la Procura Generale cambi orientamento dopo 11 anni di mia attività politica - dichiara Emiliano - ma questo non corrisponde ad un accertamento della violazione, che spetta solo al Csm dopo un regolare procedimento in contraddittorio delle parti. All'esito della procedura, se la Procura Generale non archivierà il caso e il Csm riterrà che effettivamente sussista una violazione disciplinare non esiterò a prendere le decisioni necessarie, optando a quel tempo tra le dimissioni dalla magistratura ovvero le dimissioni dal partito, a seconda di ciò che riterrò più opportuno alla luce dell'eventuale verdetto”.

Ed ora non mancano ovviamente gli attacchi dal centrodestra per Emiliano. Questo, ad esempio, è il commento del Vicepresidente del Consiglio regionale pugliese Nino Marmo.“Se l’azione disciplinare del Procuratore generale della Cassazione, per nulla tempestiva, contro Michele Emiliano dovesse trovare riscontro, ciò significherebbe che la Puglia rischia - afferma Marmo (F.I.) - di essere governata da un uomo che ha vissuto e continua a vivere nel più totale spregio della legge. Più volte avevamo evidenziato la possibile illegittimità della carica ricoperta da Emiliano all’interno del Pd, prima come segretario e poi come presidente. Ciononostante, Emiliano ha continuato a violare le norme non solo non dimettendosi, ma anche facendosi nominare assessore a San Severo solo per fare campagna elettorale. Ciò –aggiunge- getta un’ombra su tutto il centrosinistra di cui è leader. Tra l’altro, non sarebbe male se chi per anni ha puntato il dito contro lo schieramento avverso, non cominciasse a sentirsi leggermente in imbarazzo per una leadership scomoda e inopportuna per lo stesso centrosinistra e per la Puglia. Emiliano si chiede perché il Pg sia intervenuto dopo 11 anni dall’inizio della sua carriera politica. Ma noi, invece - conclude l'esponente di Forza Italia - gli chiediamo: perché non se ne è accorto prima da solo, essendo magistrato e conoscendo la legge?”.  

Sulla linea di Marmo si accoda anche il capogruppo di Forza Italia in consiglio regionale, Ignazio Zullo. "Poco mi interessa l'azione disciplinare contro Michele Emiliano, avviata dal Pg della Corte di Cassazione per la sua attività politica senza rassegnare le dimissioni da magistrato. Ciò che, invece, mi interessa molto - afferma Zullo - è l'azione che intraprenderanno i pugliesi, intolleranti a chiunque viva sfidando la legge ed imbarbarendo la politica. La comunità pugliese -aggiunge- è stufa e non sopporta chi ha un modo spregiudicato di fare politica, chi imbarca chiunque per interessi elettorali e chi bypassa ogni regola pur di compiere la sua scalata. Se, quindi, l'azione del Procuratore generale è già in essere -conclude Zullo- a breve arriverà anche quella dei cittadini e sarà l'occasione per liberare la Puglia da chi vorrebbe conquistarla solo per carrierismo personale e non per il bene della collettività". (S.P.)