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Ultimo aggiornamentoSab, 03 Ago 2024 2pm

I medici accusano Vendola di aver disastrato la sanità pugliese

I medici pugliesi non ce la fanno a restare nel banco degli imputati dello scandalo accaduto nell' Asl Bari a proposito di presunti sprechi per 50 milioni di euro. Le colpe non sono nostre ma della politica e in particolare di Vendola che in Puglia ha governato anche la sanità. In sostanza è questa la difesa compiuta ieri dai presidenti degli Ordini dei medici delle province pugliesi e di alcuni rappresentanti sindacali di categoria in una conferenza stampa finalizzare a fare sentire “l'altra campana” su questo scandalo di spreco di denaro pubblico.

“La questione delle ore aggiuntive, di cui parlano i giornali - ha precisato il presidente dell'ordine dei medici della provincia di Brindisi, Vinci - deriva direttamente dai tagli alle spese, seguiti al Piano di rientro. E' stata una scelta della politica tagliare i costi riducendo il personale e le ore di lavoro: gli operatori professionali che vanno in pensione non vengono rimpiazzati e quasi tutti gli ospedali sono sotto organico". Una posizione concorde con quella del segretario regionale del Cimo, Arturo Oliva, che ha evidenziato come le prestazioni aggiuntive sono ore di lavoro in più che vengono 'imposte' ai medici dalle Asl per smaltire le liste d'attesa.

Da tutti critiche al presidente della Regione Puglia Nichi Vendola: “lui ha dichiarato che la politica ha fatto tutto il possibile e che le responsabilità sono di chi lavora nel sistema ma è stata la politica in questi anni - ha detto Emanuele Vinci – ad aver fatto solo danni tagliando il lavoro dei medici e degli operatori sanitari e lasciando intatti gli sprechi. Noi abbiamo criticato da subito l’impostazione del Piano di rientro, che ha prodotto risparmi solo perché sono andati in pensione seimila persone. E ora Vendola ci si vanta che saranno assunti 900 operatori, ma questi non basteranno a coprire neanche quelli che andranno in pensione nel 2014. Lo scaricabarile di Vendola è inaccettabile. Le responsabilità della gestione della sanità sono della politica che ha governato in questi dieci anni e non dei medici che fanno più di quanto è nelle loro possibilità per garantire le cure ai cittadini pugliesi. E questa delegittimazione del sistema pubblico probabilmente nasconde la volontà di favorire il sistema privato nella nostra regione".
Alla conferenza stampa hanno partecipato i presidenti degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatrici delle province di Bari, Filippo Anelli, di Barletta Andria Trani, Benedetto Del Vecchio, di Taranto, Cosimo Nume, e di Brindisi, Emanuele Vinci, oltre al presidente dell'Aaroi Puglia, Antonio Amendola, al segretario regionale del Cimo, Arturo Oliva, al segretario provinciale della Fimmg Bari, Giovanni Sportelli, e al consigliere Omceo Giuseppe D'Auria.

Anelli ha detto che Vendola sbaglia ad accusare i medici. "Voglio dire a tutti i medici, a tutti i colleghi - ha aggiunto Anelli - non sentitevi soli, gli Ordini professionali sono con voi. Siamo gli unici ad affermare che la medicina in Puglia funziona, e riesce a garantire il diritto alla salute di tutti i cittadini. Ci sono colleghi che fanno tante ore di straordinario non pagato. Il sistema con questa penuria di personale continua a funzionare solo grazie all’abnegazione dei medici. Chi ha sbagliato pagherà, ma l’errore di qualcuno non può diventare l’emblema di un sistema marcio perchè così non è".

Anche Del Vecchio, presidente Ordine medici della BAT, va giù duro contro Vendola: “lui non può dire che la colpa è del sistema, perchè il sistema da chi è governato?. Noi troviamo immorale la convocazione di un Consiglio regionale monotematico sulla sanità da parte del presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna: forse qualcuno vuole farsi una nuova verginità sulle spalle dei medici, ma noi non lo possiamo accettare".
I rappresentanti dei medici lamentano anche la "mancata concertazione con la categoria sulle scelte che riguardano la sanità: la nostra disponibilità a collaborare è rimasta sempre lettera morta, così come la nostra proposta di istituire un consiglio delle professioni sanitarie sul modello della Toscana".