Intervento dei consiglieri regionali Mazzei, Mennea, Pastore sul pagamento delle prenotazioni per le prestazioni sanitarie nelle farmacie.
Dichiarazione del consigliere regionale del Pdl-FI Luigi Mazzei. “La Prenotazione per le prestazioni sanitarie presso le farmacie d’ora in poi sarà a pagamento. Ennesimo salasso per i cittadini pugliesi da parte della Giunta di Vendola, nel silenzio – anzi con la connivenza, del Partito Democratico che finge di non condividere nulla dell’azione politica del Governatore, salvo andargli sempre dietro per votare tutto. Si pagheranno 2 euro a ricetta per la prenotazione delle prestazioni sanitarie strumentali e specialistiche in tutte le farmacie della Puglia. Ciò che era gratis fino ad oggi, ora si pagherà grazie ad uno scellerato accordo sottoscritto dalla Regione con l'ordine dei Farmacisti. La motivazione addotta rasenta il ridicolo: tale prestazione non è inserita nei famosi LEA, livelli essenziali di assistenza, quindi non dovuta. La sinistra pugliese dimentica che la nostra regione è al quart’ultimo posto tra quelle italiane proprio per i servizi essenziali garantiti ai suoi cittadini. Dopo il danno di 10 anni di disservizi sanitari la beffa! Ora il capogruppo PD, Romano, chiede di esentare gli indigenti, come se il suo partito non esprimesse da sempre la guida della sanità in Puglia. Eppure una sensata riforma del servizio di prenotazione delle prestazioni che dovrebbe superare gli ormai affollati e superati CUP, dovrebbe portare a consentire al medico di base al momento della prescrizione medica automaticamente a consegnare la prenotazione al paziente. Ma purtroppo siamo in Puglia, la Regione dei quattro assessori alla sanità cambiati in 10 anni, luogo di viaggi della speranza, di ospedali chiusi, 118 in affanno, pronto soccorsi affollati, medici incaricati con le coop. Della rossa Emilia Romagna…”.
Anche il consigliere regionale Mennea dice no al pagamento di due euro per le prenotazioni in farmacia.
“Un servizio che doveva migliorare la vita dei cittadini ora rischia di rappresentare l’ennesimo salasso. E’ inaccettabile. Ci sono altre strade per recuperare le risorse necessarie a mantenere e persino ampliare un servizio di grande valore sociale, specie per alcune fasce deboli della popolazione”. Così il consigliere regionale del Partito Democratico Ruggiero Mennea dice no all’accordo tra Regione e sindacato dei farmacisti che prevede, a partire da martedì 2 settembre, il pagamento di 2 euro per le prenotazioni e le disdette di esami e visite specialistiche per ogni prestazione sanitaria. “E’ evidente che il servizio non può gravare sulla categoria dei farmacisti - aggiunge Mennea - soprattutto perché ha costi indiretti molto alti, porta via tempo e in alcune piccole realtà dove c’è una sola farmacia, il suo titolare è costretto ad occuparsi di tutto. E’ altrettanto evidente che a questo servizio non si può più rinunciare, specie in una regione in cui code e liste di attesa rappresentano un problema rilevante. Ecco perché ero rimasto favorevolmente colpito quando, pochi mesi fa, dopo la sospensione della possibilità di prenotare esami presso le farmacie della provincia di Barletta-Andia-Trani, la Direzione generale della Asl Bt propose un progetto di sperimentazione gestionale del servizio senza oneri per il cittadino e al costo di 1,50 euro a carico della Asl, per ogni prenotazione effettuata e fino a un tetto massimo di 250mila euro annui. Un progetto analogo - prosegue Mennea - forse persino più efficace per i cittadini, è stato proposto dalla Federazione dei Medici di Famiglia e dal suo segretario provinciale, il dottor Dino Delvecchio, con il quale si permetterebbe ai cittadini di prenotare visite ed esami direttamente negli studi dei propri medici di famiglia. Un progetto, tra l’altro, sperimentato con successo nelle ultime settimane. Non intendo rimanere in silenzio di fronte ad una situazione che, a partire dal 2 settembre, andrà a penalizzare pesantemente le tasche dei cittadini e in maniera più rilevante quelle di anziani e malati, ovvero coloro che più di ogni altro necessitano di visite ed esami medici. Pertanto - conclude il consigliere regionale del Pd - chiederò immediatamente l’intervento dell’assessore alla Sanità, Donato Pentassuglia, affinché non si verifichi alcuna spesa aggiuntiva per chi usufruirà del Cup decentrato e, non per questo, la scomparsa di questo preziosissimo servizio”.
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Pastore: “I cittadini non paghino per disservizi sanità”
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Nota del consigliere regionale del gruppo misto-Psi, Franco Pastore.
"Un servizio è carente, nel caso specifico i Cup, per tutta una serie di motivi, e le istituzioni cosa fanno, anziché scusarsi con i cittadini per il disservizio, glielo fanno anche pagare, due euro a richiesta, per prenotare una visita medica. Che questo sarebbe successo si sapeva già da tempo, da mesi. Solo che per correre ai ripari e mettere in campo soluzioni alternative si è arrivati ad oggi, cioè alla vigilia del pagamento di quei due euro, salvo alcune proposte e sperimentazioni in alcuni territori, come quella di coinvolgere i medici di famiglia, anche nella Asl Bat (ma chissà se i singoli medici, al di là delle intenzioni dei loro rappresentanti sono d’accordo). Le intenzioni dell’assessore Donato Pentassuglia sono delle migliori, prevedono una verifica e razionalizzazione delle liste d’attesa e, soprattutto, che siano, appunto, i medici di famiglia a fare da interlocutori fra i pazienti, le loro esigenze e stato di salute, e prescrizioni/prenotazioni per visite specialistiche. Certo è d’uopo anche il ritorno alla normalità, con la fine delle ferie estive, e la conta delle risorse, anche umane, con le nuove assunzioni. Questi, in ogni caso, sono costi che non spettano ai cittadini/contribuenti, che già a monte pagano le tasse e, al momento, i ticket per i servizi e le prestazioni effettivi, nonché per le richieste. Poco più di una settimana fa, per la nostra regione era stato motivo di vanto il basso costo della politica (fonte Sole 24 Ore) e, in un mio intervento, ero stato prudente su tale atteggiamento, portando come esempio, proprio quello dei servizi offerti ai cittadini in sanità e ai tanti sacrifici fatti in questo campo dalla nostra regione, imposti dai piani di rientro. Di cosa ci si vanta se può prenotare prima e più comodamente e velocemente chi, al di là della necessità e della gravità del suo stato di salute, non ha alcun problema a pagare quei due euro? Non è il costo in sé, che pure oggi può essere un problema serio, ma è il principio che è inaccettabile e va cambiato il prima possibile, e lo si può fare solo non perdendo tempo e mettendosi a lavorare, tralasciando le dissertazioni su quanto possa essere complicato, un passatempo utile solo ad aggirare il problema senza affrontarlo. Le liste d’attesa non sono lunghe, sono addirittura folli, ma stare a contemplarle non le accorcia di un centimetro".
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Ticket sanitario, Zullo (FI): “Gabella medievale? Rispondano Emiliano, Stefàno e Minervini”
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Solo nel 2005, pur di vincere le elezioni contro Fitto, non pago delle uova marce e dei pomodori lanciatigli contro nella sua Terlizzi, Vendola etichettava i ticket come una gabella medioevale promettendone l’eliminazione. La sinistra, come nelle sue migliori abitudini, non solo non ha mantenuto la promessa elettorale dell’eliminazione del ticket, ma, nel frattempo, il cittadino pugliese è stato assoggettato a aumenti di tassazione IRPEF, IRAP e IRBA e per potersi approvvigionare dei farmaci è costretto a pagare- oltre al ticket- un euro in più per ricetta, per poter effettuare una prestazione specialistica deve pagare-sempre oltre al ticket- ben dieci euro per ricetta e, se gli va male capitando in alcuni ospedali, anche il parcheggio. Ora, come se non bastasse, se si vuole prenotare in farmacia bisogna aggiungere al già salato conto anche due euro. In una Regione dove l’11% della popolazione rinuncia a curarsi per scarsa o mancanza di redditività, questo centrosinistra non si smentisce: mette in evidenza il suo vero volto del tassa e spreca nell’incuranza di tutta la sua schiera di rappresentanti pronti a non mollare l’osso-Regione e lì in fila per primarie e secondarie. Se è vero che i vari Stefàno, Minervini ed Emiliano ci sono, che battano un colpo!
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