Sindaco di Mesagne elenca i tanti problemi della sanità e gli impegni che il Direttore generale Asl non ha rispettato
La sanità pubblica in provincia di Brindisi diventi almeno decente. Ciò significa che adesso non può essere neppure considerata tale. In una lettera indirizzata al direttore generale dell'ASL Brindisi, Giuseppe Pasqualone, il sindaco di Mesagne Pompeo Molfetta, ad esempio, elenca una lunga serie di problemi derivanti soprattuto da promesse non mantenute.
“Alla premura e sollecitudine con cui sono stati dismessi i vecchi reparti – dice il sindaco di Mesagne - fa da contraltare una insopportabile lentezza e complessità burocratica nell’attivazione dei nuovi servizi che secondo quanto da Lei promesso dovevano essere operativi già entro dicembre 2017”.
Ed ecco le cose che dovevano essere fatte ma risultano ancora soltanto sulla carta. Ad esempio: l’Ospedale di Comunità inaugurato a ottobre 2017 non è ancora partito per la mancanza dell’accreditamento da parte della Regione; fatto che appare di per se beffardo se si considera che proprio la Regione è l’Istituzione che ha in capo la responsabilità dell’intero Piano di Riordino ospedaliero.
Non è stato ancora avviato l’Hospice benché la gara – da quanto risulta al sindaco Molfetta – sia già stata aggiudicata. Quindi nessun posto letto è stato ancora attivato.
La Radiologia è ripartita, anche se non è ancora a pieno regime, ma è ancora priva della TAC che a causa del fermo prolungato ha subito un guasto grave al tubo radiogeno la cui sostituzione appare complicata e molto onerosa.
La piattaforma ambulatoriale è ancora incompleta ed è organizzata su una proiezione oraria che va dalle 8 alle 14, salvo alcuni rientri pomeridiani (rispetto al servizio 7.30 - 19.30 previsto) ed è soprattutto carente nei day service chirurgici. In particolare fa specie l’incomprensibile soppressione di ogni attività di chirurgia ortopedica a decorrere dal 1° gennaio 2018.
Non è stato istituito il Centro Unico di Raccolta del sangue; non è stato ricollocato il CSM (Centro Salute Mentale), né il SERT per la prevenzione delle tossicodipendenze; non è partito il Centro di riabilitazione fisiatrica, ne altri servizi previsti dal progetto del PTA di Mesagne.
“Inoltre, ad oggi, non ci è sufficientemente chiaro – fa sapere il sindaco di Mesagne - quale sia la dotazione organica prevista per il nostro PTA e se questa avrà carattere di stabilità”.
Ormai l'ospedale “San Camillo de Lellis” è poco più di un poliambulatorio – dice il sindaco - “molto lontano dalla prospettiva prefigurata di migliorare l’offerta sanitaria nel territorio, di abbattere i tempi di attesa per le prestazioni specialistiche, di ridurre il sovraffollamento del Perrino, di offrire in loco prestazioni a bassa intensità di cura”.
“Anche l’obiettivo di attivare percorsi di presa in carico, di telemedicina e di innovazione tecnologica per migliorare l’assistenza domiciliare – evidenzia il primo cittadino - ad oggi appare una chimera; così come nessuna attenzione è stata finora posta al tema del monitoraggio ambientale per la prevenzione delle malattie da inquinamento atmosferico”.
La sanità pubblica in provincia di Brindisi è in grave sofferenza. “Ancora non comprendiamo – fa sapere Molfetta - la pesante penalizzazione che il territorio di Brindisi ha subito dal Piano di Riordino nella determinazione del numero di posti-letto: mentre la media regionale è di 3,4 per mille, nel nostro territorio è tarata su una proiezione di 2,7 per mille; obiettivo per altro non ancora raggiunto”.
Inoltre, l'ospedale Perrino di Brindisi è da tempo al collasso. “Anche i nostri concittadini – dice il sindaco - sperimentano ogni giorno i problemi di ordinario coas al Pronto Soccorso, cosi come il congestionamento di numerosi reparti. Altro elemento critico è l’alto numero di extra locazioni di pazienti, prevalentemente geriatrici, in divisioni specialistiche inappropriate con la conseguente sofferenza degli operatori sanitari e dei servizi offerti”.
Non ci sono stati grandi proteste da Mesagne per la grave situazione sanitaria ma il sindaco ha inteso chiarire la posizione ufficiale della sua Amministrazione comunale nella lettera inviata al Dg dell'Asl Pasqualone: “non vorrei che la nostra sobrietà istituzionale, la comprensione e la pazienza fin qui dimostrata sia considerata segno di accondiscendenza o di disimpegno”.
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