Medici di base e in pensione per coprire le carenze di personale, i sindacati attaccano Emiliano: "Azioni solo in emergenza".
Per far fronte ai pronto soccorso in affanno negli ultimi giorni, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano ha emanato una ordinanza con la quale, con effetto immediato e sino al 31 agosto, salvo proroghe, chiede ai direttori generali delle Asl e ospedali di "adottare provvedimenti urgenti" per potenziare le strutture attraverso "il coinvolgimento dei medici di medicina generale e dei dirigenti medici in servizio presso altre unità operative degli ospedali".
Una situazione che i sindacati, in una lettera indirizzata al presidente di Regione e all'assessore alla Salute Pier Luigi Lopalco, ricordano di aver denunciato da decenni con l'Ordine dei medici.
Con questa ordinanza, dichiara Donato Monopoli, Segretario Fimmg Puglia, la Regione dimostra improvvisazione rispetto all’organizzazione dell’assistenza sul territorio. La medicina generale, il 118 e la medicina turistica vivono già un’emergenza per carenze di personale segnalate da tempo e mai risolte, nonostante le ripetute richieste di potenziamento” - aggiunge Monopoli - “I turni della continuità assistenziale non hanno copertura, tanto che i colleghi sono costretti a prolungare gli orari di lavoro per garantire il servizio e alcune postazioni rimangono scoperte. In molte zone mancano le guardie mediche turistiche e molte postazioni di guardia medica non hanno medici reperibili. Infine, i medici di famiglia non trovano sostituti né per le ferie né per le malattie”. “L’aspetto paradossale è che il rafforzamento della medicina generale, che è un efficace filtro tra i cittadini e gli ospedali, rappresenta l’unica vera soluzione per ridurre gli accessi al pronto soccorso” - continua Monopoli. “Se verremo chiamati a coprire i turni di pronto soccorso, non solo dovremo interrompere le attività non mediche, come il green pass, che con spirito di collaborazione e senso di responsabilità ci siamo assunti negli ultimi mesi, ma non saremo più in grado di garantire ai cittadini nemmeno la continuità dell’assistenza nei servizi essenziali, chiudendo i nostri studi.” - conclude Monopoli.
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