Blackout in sala operatoria nell'ospedale San Paolo a Bari
Intervento chirurgico a rischio per un improvviso blackout nell'ospedale San Paolo a Bari. Quando è accaduto questo grave inconveniente i medici erano già in sala operatoria ed il paziente era già sedato, mediante anestesia generale, e aperto nell'area necessaria per un'intervento di asportazione di un'ernia ombelicale. Senza energia elettrica i chirurghi hanno proseguito il lavoro affrontando questa emergenza mediante l'utilizzo della luce prodotta da uno smartphone.
L'episodio, che è accaduto il 25 agosto ma è stato reso noto solo oggi, ha offerto spunti di riflessione per il sindacato Usppi. Il paziente in quell'operazione chirurgica, durante l'assenza di energia elettrica e con tutti i macchinari di conseguenza temporaneamente fuori uso, ha rischiato ma fortunatamente l'equipe chirurgica è stata molto brava nell'affrontare il problema. Ad esempio hanno provveduto ad effettuare manualmente la ventilazione polmonare.
Il sindacato Usppi ha reso noto che altri blackout si sarebbero verificati in quell'ospedale in passato e che pertanto questa emergenza in sala operazione non rappresenterebbe, purtroppo, un caso isolato.
Il fatto è grave e pone con urgenza la necessità di una soluzione. E' risaputo che ogni struttura emergenziale, come appunto quella di un ospedale, è dotata anche di gruppi elettrogeni in grandi di garantire la continuità della fornitura di energia elettrica. Allora perché c'è stato il blackout all'ospedale San Paolo di Bari? Cosa non ha funzionato? Perché i gruppi elettrogeni di emergenza non sono si sono attivati automaticamente? Perché non è stato possibile attivare i gruppi elettrogeni rapidamente in modalità manuale? Sono state svolte periodicamente delle verifiche tecniche sull'efficienza di quegli impianti? Insomma, molti interrogativi che dovranno essere approfonditi mediante serie indagini e non solo giudiziarie. L'Asl dovrà istituire apposita commissione per un'inchiesta tecnico-amministrativa interna. (Rezarta Tahiraj)
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