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Ultimo aggiornamentoSab, 03 Ago 2024 2pm

Il caso di due coniugi bisognevoli di trattamento oncologico rifiutati dall'ospedale di Barletta

E' stato Giancarlo Vincitorio, referente regionale in Puglia dell’Associazione italiana Stop 5G, ad evidenziare il caso di discriminazione sanitaria ai danni di una malata oncologica di Barletta di suo marito. Lo aveva fatto la settimana scorsa con una lettera inviata al Commissario dell’Asl BAT in cui chiedeva soluzioni immediate finalizzate a garantire il diritto di cura anche alle persone sprovviste di green pass. Poi, constatato il silenzio dell'Asl Bat ha provveduto a diffondere la notizie ai media e l'Ansa, fortunatamente, le ha dato il giusto rilievo nazionale. 

“Al di là dei propri convincimenti personali – dichiara Vincitorio – è necessario che le strutture sanitarie pubbliche garantiscano sempre e comunque diritto di cura a chiunque”. E’ accaduto però, secondo quanto afferma Vincitorio nella segnalazione inviata a Di Matteo, che due coniugi, sprovvisti di green pass e tampone, non abbiamo potuto accedere al reparto oncologia dell’ospedale di Barletta nonostante fossero in possesso di regolare prenotazione per sottoporsi a terapia. La donna è una malata definita elettrosensibile(MCS) classificata invalida al 100% e suo marito è gravemente ammalato da tumore. Vincitorio evidenzia che dalle tabelle aggiornate al 18 gennaio delle attività sanitarie ricomprese nei livelli essenziali di assistenza (LEA) risultano esserci anche le attività riabilitative e quelle terapeutiche e che le cure oncologiche rientrano certamente anche nei LEA. Ad aggravare questo caso di presunta discriminazione è un’informazione aggiuntiva evidenziata da Vincitorio nella lettera inviata a Di Matteo: la donna che è stata quel giorno di fatto interdetta dalle terapie oncologiche in ospedale non era in possesso di green pass perché esentata dalla vaccinazione covid, come confermato dalla documentazione medica in suo possesso, proprio a causa della sua specifica patologia.

Vincitorio afferma che adesso si dovrà capire perché, dall’inizio della pandemia ad oggi, l'allora direttore generale dell’ASL, l’avvocato Alessandro Delle Donne, diventato adesso commissario straordinario della stessa Asl non abbia pensato o non sia riuscito per gli ammalati in trattamento oncologico a realizzare spazi ospedalieri dedicati a coloro che, per propria scelta, sono sprovvisti di green pass così come accade, ad esempio, nelle terapie intensive. "Dispiace inoltre evidenziare che, quasi certamente, i due coniugi - dichiara Vincitorio - avrebbero potuto accedere al reparto oncologico se in quella mattinata fossero stati sottoposti, preventivamente, a tampone dai sanitari ospedalieri. Il caso segnalato è riferito a Barletta ma sono sicuro che potrebbe riguardare quasi tutte le altre strutture sanitarie pugliesi e pertanto – conclude Vincitorio - sarebbe necessario un intervento chiarificatore anche del presidente della Regione Michele Emiliano”.