Dom24112024

Ultimo aggiornamentoSab, 03 Ago 2024 2pm

Riassegnati all'ospedale Perrino 12 posti letto per Endocrinologia e Dermatologia

La notizia del ripristino dallo scorso 15 novembre di complessivi dodici 12 posti di degenza presso i reparti di Endocrinologia e Dermatologia dell’Ospedale “A. Perrino” di Brindisi, va accolta con un sospiro di sollievo e con soddisfazione, a conclusione di una vicenda che si trascinava dalla fine del 2010". Lo ha dichiarato Maurizio Friolo, consigliere regionale di Forza Italia che è anche vice presidente della Commissione sanità della Regione Puglia.

"Tuttavia va ricordato - precisa Friolo - che nel giugno 2012 venivano soppressi i posti letto precedentemente assegnati, e soltanto una mobilitazione generale e trasversale riuscì a indurre la giunta a tornare parzialmente sui propri passi, con un’ulteriore delibera – la n. 3006 del 27 dicembre dello stesso anno- che assegnava ancora all’ospedale ‘Perrino’ 8 posti letto per Malattie endocrine e 4 posti letto per Dermatologia. Ma da allora, nonostante l’aumento esponenziale sul territorio delle patologie legate ai reparti in discussione e i disagi arrecati alla comunità, nessuno aveva ancora provveduto alla  loro riattivazione effettiva nel nosocomio brindisino. E nessuno aveva sollecitato il Direttore generale dell’Asl Brindisi a ottemperare ai suoi compiti, tra i quali rientrerebbe il rispetto e l’osservanza delle leggi, come avevo ricordavo all’assessore alle Politiche per la Salute Donato Pentassuglia nell’ultima interrogazione inerente questa vicenda che avevo presentato alla fine del settembreappena scorso.

Adesso finalmente la conclusione, alla vigilia delle primarie del centrosinistra per la scelta del candidato presidente e con la campagna per le elezioni regionali ormai entrata nel vivo. Una conclusione che, singolare coincidenza a parte, non cancella l’amarezza, le negligenze e gli errori che hanno fortemente penalizzato un territorio che meritava ben altra considerazione e attenzione, e i professionisti e gli operatori mortificati dal mancato rispetto della programmazione sanitaria regionale e impossibilitati per anni a svolgere il proprio delicato ruolo e ad espletare le loro mansioni a vantaggio della collettività”.