Condannati in appello 13 ultras del Lecce
Daspo (divieto di accedere a manifestazioni sportive) per due anni, per tutte le prossime partite del Lecce, sia in casa che in trasferta a tredici ultrà della squadra salentina. La Corte d'Appello (presidente Vincenzo Scardia), ribaltando il verdetto di primo grado, ha inoltre condannato a un anno e 4 mesi i leccesi Salvatore De Matteis, 37 anni; Simone Schipa, 45; Mirko Quarta, 36; Alessandro Bosco, 32; Stefano Luperto, 39; Alessandro Chiriatti, 41; Stefano Masciullo, 49, di San Donato di Lecce; Tommaso Caputo, 33, di Zollino; Giancarlo Serio, 39, di Surbo; e Rocco Durante, 31, di Leverano. Tutti accusati di lancio di materiale pericoloso. Con l'accusa di violenza privata, invece, sono stati condannati Andrea De Mitri, 40 anni; Marco Cannone, 39 anni; e Renato Orlando, 44 anni; condannati a un anno di carcere. Ad eccezione di Quarta a tutti è stata concessa la sospensione condizionale della pena. Nel processo di primo grado fu fatta propria dal collegio giudicante la tesi difensiva anche perché in quella sede emersero delle contraddizioni e imprecisioni nel lavoro investigativo. Imprecisioni rettificare, a quanto pare, con la deposizione dei testi in questo processo d'appello.
Tutta colpa di ciò che i tredici ultrà salentini compirono nel corso di due partite, Lecce-Bari del 16 dicembre 2006 e Lecce-Piacenza del 31 marzo 2007. Per quegli episodi l'unico ad essere stato assolto è stato Emanuele Fuso, 32enne di Lecce, assistito dall'avvocato Renata Minafra. Entro 90 giorni il deposito della sentenza per conoscere le motivazioni della condanna e procedere con gli eventuali ricorsi in Cassazione.
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