Dopo aumento di capitale da 400 milioni di euro accettato da Invitalia
La condizione per rilanciare e riconvertire il siderurgico di Taranto che poneva Arcelor Mittal era un aumento di capitale da 400 milioni di euro. Invitalia ha accettato questa condizione e oggi ha aderito all'aumento di capitale.
Con la sottoscrizione di questo impegno Invitalia acquisisce il 50% dei diritti di voto di AM InvestCo Italy SpA, la società affittuaria dei rami di azienda di Ilva in amministrazione straordinaria. A questa novità se ne aggiunge un'altra: AM InvestCo Italy SpA assumerà ora una nuova denominazione. Da oggi sarà "Acciaierie d'Italia Holding S.p.A.". Insomma si mettono altro soldi pubblici ma la società affittuaria non dovrà più essere, almeno nominalmente, Arcelor Mittal ma avere una denominazione che faccia capire a tutti che l'azienda gestisce un patrimonio di proprietà italiana: ecco perché Acciaierie d'Italia Holding S.p.A.
In un comunicato stampa di Invitalia si legge che l'operazione societaria è finalizzata a "rilanciare e riconvertire, in chiave "green", il sito siderurgico dell'Ilva, coerente con la strategia, governata dalla Commissione europea, di garantire all'Europa "zero emissioni" entro il 2050". La sottoscrizione del capitale, è scritto nella nota per la stampa, è avvenuta in attuazione dell'accordo di co-investimento tra Arcelor Mittal Holding S.r.l., Arcelor Mittal Sa e Invitalia, già comunicato al mercato lo scorso dicembre, finalizzato ad avviare una nuova fase di sviluppo ecosostenibile dell'Ilva di Taranto. L’Accordo di Investimento «prevede un secondo investimento nel capitale da parte di Invitalia, fino a Euro 680 milioni, per finanziare il perfezionamento dell’acquisto dei rami d’azienda di Ilva da parte di Acciaierie d’Italia, che è previsto entro maggio 2022 subordinatamente al verificarsi di determinate condizioni sospensive. A tale punto, la partecipazione di Invitalia nel capitale sociale di Acciaierie d’Italia salirebbe al 60%, mentre ArcelorMittal dovrebbe investire fino a Euro 70 milioni per mantenere una partecipazione pari al 40% e il controllo congiunto sulla società».
Ben chiare le condizioni sospensive che comprendono «la modifica del piano ambientale in vigore per tenere conto delle modifiche del nuovo piano industriale; la revoca di tutti i sequestri penali riguardanti lo stabilimento di Taranto; e l’assenza di misure restrittive – nell’ambito dei procedimenti penali in cui Ilva è imputata – nei confronti di Acciaierie d’Italia Holding o di sue società controllate. Nel caso in cui le condizioni sospensive non si verificassero, Acciaierie d’Italia Holding non sarebbe obbligata a perfezionare l’acquisto dei rami d’azienda di Ilva e il capitale in essi investito verrebbe restituito».
Un altro punto assolutamente interessante è che nell'accordo societario si stabilisce che «In futuro, Acciaierie d’Italia Holding opererà in modo autonomo, e come tale avrà propri piani di finanziamento indipendenti da ArcelorMittal. Di conseguenza, ArcelorMittal de-consoliderà le attività e le passività (compresa la residua passività relativa all’affitto e all’acquisto dei rami d’azienda Ilva) di Acciaierie d’Italia Holding (in precedenza, AM InvestCo Italy) dal proprio bilancio consolidato e contabilizzerà la propria partecipazione nella società secondo il metodo del patrimonio netto». Il futuro del siderurgico passa anche da questo accordo. (Rezarta Tahiraj)
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